Caustico. E geniale. Specie quando si trattava di sminuire avversari politici. In punta di fioretto i commenti di Ciriaco De Mita diventavano sciabolate micidiali.
Al segretario del Pci Natta, serafico, disse: “Io non ho la barba perché ho il cervello, tu te la sei fatta crescere perché non hai idee”.
Fu uno dei suoi bersagli preferiti: dopo un suo discorso commentò “Un complesso di luoghi comuni detti bene. Se devo dire la mia Berlinguer (segretario Pci prima di Natta), è morto oggi, non a giugno”.
E su un improbabile confronto tra Churchill e Romano Prodi: “Prodi come Churchill? Uno ha fatto la guerra e l'ha vinta...l'altro non ha fatto neppure il servizio militare”.
Insomma, se “Insulti celebri” fosse una competizione, Ciriaco De Mita sarebbe stato di sicuro tra i recordman per medaglie, basti pensare a cosa ebbe a dire di Casini: “Un doroteo capace di analisi da carrello della Standa”.
Capace di essere tranchant pure su se stesso, parlando della mancata elezione a presidente della Repubblica: “Ci vuole uno stile che io, diciamoci la verità, non avevo. A me piace l'analisi, il pensiero, mi piace chiacchierare...un presidente della Repubblica non può chiacchierare”.
Già, un amore forte per la parola, tanto da fargli arrivare a dire: “Quando morirò continuerò a parlare”. Già.