Avellino

Nel trentennale delle stragi di Capaci e Via D’Amelio, parlare di due illustri italiani del nostro tempo come Borsellino e Falcone crea sempre una sorta di disagio, perché attraverso la loro vita ed il loro ruolo hanno sintetizzato più di chiunque altro i limiti della democrazia nel nostro Paese e quello per cui ci battiamo da sempre rispetto alla corretta separazione dei Poteri.

Le loro vite, il loro impegno, la loro presenza costante nella nostra cultura ci hanno spinto a pensare sempre che un altro mondo è possibile, ci hanno spinto a vedere oltre il baratro del silenzio e del veleno che colpisce chi è dedito al proprio lavoro, senza alcun infingimento, senza nessuna sovrastruttura, sempre pronti a rinunciare ai vantaggi, alla pace personale ed alla carriera, pur di offrire ad una comunità, alla propria terra una speranza che profuma di bellezza e di futuro.

Fanno pensare le parole della figlia di Borsellino che, proprio in questi giorni, ribadisce che se la mano che ha ucciso i due magistrati è stata quella di Cosa Nostra, c’è chi quegli uomini li ha abbandonati senza ritegno e senza alcuna vergogna.

Il riferimento è a quel clima di veleno di cui furono riempite, all’epoca, le aule del Palazzo di Giustizia di Palermo e non solo; Falcone e Borsellino erano scomodi non solo per la lotta alla mafia, ma anche perché alla gloria preferivano il duro lavoro e perché vivevano la vita con profondo senso di sacrificio e sentendo in ogni fibra del proprio corpo il senso del dovere.
Bisogna parlare di loro nelle scuole non come se si celebrassero degli eroi, ma come esseri umani pulsanti e pieni di una cultura della intelligenza votata al servizio degli altri.

Irpinia in Azione ritiene che il modo migliore per onorare la memoria di Falcone e Borsellino sia quello di operare per far si che quegli obiettivi si realizzino nelle scelte politiche del nostro tempo.
Uno degli auspici di Falcone e Borsellino era quello di giungere alla separazione delle carriere e noi riteniamo che questo impegno può trovare concretizzazione già a partire dalla tornata referendaria del 12 giugno, dove convintamente appoggeremo il Si ai referendum in materia di giustizia.

In una intervista rilasciata a Repubblica nel 1991 Falcone si dichiarava apertamente favorevole alla separazione delle carriere perché: “un sistema accusatorio parte dal presupposto di un pubblico ministero che raccoglie e coordina gli elementi della prova da raggiungersi nel corso del dibattimento, dove egli rappresenta una parte in causa”, mentre il giudice, in questo quadro, si staglia come figura neutrale, non coinvolta, al di sopra delle parti“; ne contraddice l’intento “il fatto che, avendo formazione e carriere unificate, con destinazioni e ruoli intercambiabili, giudici e pm siano, in realtà, indistinguibili gli uni dagli altri“.

E concludeva osservando che “chi, come me, richiede che siano, invece, due figure strutturalmente differenziate nelle competenze e nella carriera, viene bollato come nemico dell’indipendenza del magistrato, un nostalgico della discrezionalità dell’azione penale, desideroso di porre il pm sotto il controllo dell’Esecutivo. È veramente singolare che si voglia confondere la differenziazione dei ruoli e la specializzazione del pm con questioni istituzionali totalmente distinte“.

Avellino Azione promuoverà, insieme con Più Europa, per il prossimo fine settimana del 28 e 29 maggio 2022 una campagna di informazione a sostegno dei quesiti referendari in materia di giustizia, nella consapevolezza che in una terra come la nostra dove un mal costume dilagante invade tutto, molto resta da fare per non disperdere quelle storie e per sradicare ogni rapporto clientelare che alimenta le mafie, più di qualunque altra cosa.
La politica nel senso alto del termine può ricostruire un rapporto di fiducia con i cittadini e la riforma della giustizia è un tassello da cui non si può prescinder