"Lavoriamo a 360 gradi in 480 scuole, in particolare nelle zone a rischio, ma alla fine un ragazzo di 16-17 anni sa cosa sia il bene e cosa sia il male: se rischia la vita di un coetaneo per un cellulare devono intervenire i carabinieri e mandarlo in galera". Lo ha detto il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, invocando "polso fermo" e "basta al buonismo", commentando gli ultimi episodi di violenza minorile a Napoli. Per De Luca, avvicinato a margine di un incontro in prefettura, "c'e' una tendenza che si va estendendo da anni, il fenomeno di baby gang e microdelinquenza che riguarda tutte le aree urbane, legato alla movida ma anche alla perdita del principio di autorita'. Si arriva a ragazzi di 16-18 anni che si rifiutano di esibire i documenti se vengono fermati da una pattuglia di polizia o carabinieri. E' evidente che serve un lavoro a 360 gradi in scuole, quartieri, famiglie ma occorre non cedere al buonismo: sono per avere polso fermo nei confronti di chi delinque, anche giovanissimo, perche' siamo di fronte a fatti non tollerabili. Noi da 5 anni con "Scuola viva" teniamo aperte di pomeriggio 480 scuole in quartieri a rischio, per dare attivita' pomeridiana con musica, teatro, ceramica, teniamo le famiglie dentro le scuole perche' ci sono ragazzi che hanno anche mamma e papa' detenuti. Importanti iniziative di accompagnamento, pero' si arriva in un punto in cui devono intervenire le forze dell'ordine senza fronzoli perche' se uno rischia la vita di un coetaneo per un cellulare bisogna mandarlo in galera. Il resto sono chiacchiere".
De Luca: "A 16 anni se accoltelli un coetaneo per un cellulare vai in galera"
Il governatore sui recenti casi di violenza : "A quell'età si sa cosa siano bene e male"
Redazione Ottopagine