Il suo legale ne aveva chiesto l'assoluzione dopo aver contestato anche i risultati dell'esame del Dna, ma il gup Maria Di Carlo ha condiviso le conclusioni del pm Flavia Felaco e, al termine di un rito abbreviato, ha condannato a 6 anni, contro i 6 anni e 4 mesi proposti dalla rappresentante della pubblica accusa, Ruggiero Barra (avvocato Luigi Sauro), 29 anni, di Rodi Garganico, ritenuto uno degli autori dell'assalto al bancomat della filiale della Banca Popolare di Novara di San Bartolomeo in Galdo compiuto nelle prime ore del 18 maggio del 2019.
Un episodio finto al centro delle indagini del sostituto procuratore Francesco Sansobrino e dei carabinieri della locale Compagnia: secondo gli inquirenti, in concorso con altre persone non identificate, l'imputato avrebbe causato l'esplosione dello sportello automatico ricorrendo alla 'marmotta', un ordigno autoprodotto.
Ingenti i danni, interni ed esterni, provocati dalla deflagrazione, che aveva fruttato un bottino di oltre 65mila euro. Era stato seguito dalla fuga a bordo di una Alfa Romeo Giulietta, che successivamente era stata abbandonata lungo la statale Amborchia. L'auto era stata rubata lo stesso giorno a Troia, un centro in provincia di Foggia.
Al giovane pugliese era stato anche contestato, sempre in concorso, il porto di un ariete artigianale in ferro del peso di 40 chili, da adoperare nell'occasione. L'attività investigativa era stata supportata dall'analisi dei filmati delle telecamere e, soprattutto, dagli accertamenti del Ris di Roma sul alcune tracce di sangue che, rinvenute sul vetro blindato della porta d’ingresso dell’istituto di credito, erano risultate appartenere a Barra, il cui profilo genetico era già presente nella banca dati nazionale del Dna.
Da qui un'ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari eseguita a febbraio a carico di Barra: questa mattina la discussione e, poi, la condanna.