Avellino

Anche il circolo “Foa” del Pd interviene nel dibattito politico seguito al rimpasto in giunta voluto dal sindaco Paolo Foti. E così il coordinatore Giovanni Bove e l’ex candidato alle elezioni regionali nella lista “De Luca presidente” Francesco Todisco da una parte bocciano l’esperienza amministrativa, tornando sui concetti espressi ormai da mesi, e dall’altra lasciano aperto uno spiraglio di dialogo, vista la buona volontà dimostrata nel fare entrare nell’esecutivo Marco Cillo.

Questa mattina nella conferenza stampa, infatti, il giudizio espresso è partito dal fallimento della gestione dell’ente per approdare ad un’ultima chance. La richiesta rivolta al sindaco da Bove è innanzitutto fare chiarezza rispetto alla rivoluzione che ha portato alla sostituzione di 7 assessori su 9. «Il primo cittadino ci dica cosa gli assessori non hanno realizzato altrimenti si potrebbe ipotizzare una vendetta. Questa è l'ultima chiamata, attendiamo un segnale di rottura e se ci sarà non ci tireremo indietro. Il sindaco deve elevare la qualità della sua amministrazione, spazzare via le ombre e dare segnali concreti e tangibili di rottura col passato».

Molto chiara anche la disanima di Francesco Todisco: «Questi ulteriori eventi non fanno che confermare il nostro giudizio negativo in continuità assoluta rispetto alle precedenti esperienze amministrative del PD, rispetto alle quali Foti non ha fornito elementi di discontinuità. Per questo confidiamo molto nell’operato di Cillo che ha già dimostrato il suo valore con il suo impegno civile e politico di lotta alla criminalità organizzata. Ma il nostro giudizio sulle scelte che farà alla guida dell’assessorato affidatogli sarà legato a come aggredirà politicamente le vicende di quel settore».

E non è tutto. «Foti - ha incalzato Todisco - non ha ancora smentito la denuncia dettagliata dell’ex vicesindaco Stefano La Verde. Accuse di una gravità assoluta. Il rapporto tra il Comune e le cooperative sociali. Tutta la vicenda relativa alle occupazioni abusive degli alloggi popolari, le mancate assegnazioni, i canoni non pagati. Elementi che stabiliscono una forte continuità con l’era Galasso. Per non parlare dell’assessorato inutile assegnato a Teresa Mele…».

Infine un affondo sulla segreteria provinciale del Partito Democratico irpino. «Questo Pd non è mai stato capace di darsi un ruolo - ha concluso Todisco - rispetto alla città capoluogo. De Blasio avrebbe dovuto favorire l’apertura di un dialogo con il mondo dell’associazionismo e della cultura, invece si è chiuso, facendo solo qualche telefonata a qualche notabile del partito. Quando si renderà conto che la maggioranza che lo ha eletto non c’è più? È necessario convocare un’assemblea provinciale per ridiscutere in base ai nuovi equilibri che si sono ormai consolidati: frammentazione nella componente che fa capo a De Luca, distinguo nella corrente del presidente D’Amelio e le distanze prese dai “renziani” dell’onorevole Famiglietti».

Alessandro Calabrese