Benevento

E' una inchiesta che nel dicembre del 2018, nonostante il no delle parti offese, era stata archiviata su richiesta della Procura. Era però stata successivamente riaperta, anche se le conclusioni dell'ufficio inquirente erano state le stesse: scrivere la parola fine sulla vicenda. Di diverso avviso, ovviamente, i familiari della vittima, che, rappresentati dall'avvocato Stefano Macchioni, si erano nuovamente opposti, ottenendo, al termine di una camera di consiglio, l'imputazione coatta, ordinata dal Gip al Pm, per il dottore Antonio Crocco (avvocato Angelo Leone) chiamato in causa per la morte, avvenuta il 2 marzo del 2017, di Domenico Cassella, 32 anni, uno chef di Cusano Mutri molto noto.

Secondo una prima ricostruzione, il 32enne avrebbe accusato una forte sudorazione ed un dolore ad un braccio che lo avrebbe spinto a chiedere una visita al sanitario, che conosceva. Il professionista gli avrebbe praticato un elettrocardiogramma e gli avrebbe somministrato della cardioaspirina: secondo gli inquirenti, avrebbe però omesso di valutare attentamente il tracciato elettrocardiografico, non riconoscendo che era in corso un infarto del miocardio, e non avrebbe invitato il paziente a recarsi in ospedale per completare gli esami. Addebiti che il medico ha sempre respinto.

Una volta tornato al ristorante, Domenico Cassella era stato colpito da un malore che non gli aveva dato scampo. Inutile qualsiasi tentativo di rianimarlo.

L'autopsia era stata affidata alla dottoressa Natascha Pascale, di Foggia, per la quale la morte era stata dovuta ad uno scompenso cardiaco acuto in una persona , dal'igià affetta da alcune patologie, e “causalmente svincolata dalle condotte del sanitario che lo ebbe in cura”. Da qui l'archiviazione, seguita da altri accertamenti e dalla riapertura dell'indagine, scandita, infine, dall'imputazione coatta e dalla richiesta di rinvio a giudizio. L'udienza preliminare, in programma questa mattina dinanzi al gup Pietro Vinetti, è slittata all'8 luglio.