Era il 16 giugno 2021, una settimana dopo il ko casalingo con il Padova e l'eliminazione dai playoff in semifinale, e l'Avellino apriva alla continuità. La proprietà decideva di proseguire con Piero Braglia e Salvatore Di Somma, salutati poi il 16 febbraio con l'esonero ed etichettati nella serata di ieri, al termine dei 90 minuti di una partecipazione lampo agli spareggi promozione, come i principali, se non unici, colpevoli del flop dell'Avellino dalla dirigenza biancoverde, ma è stata la stagione delle contraddizioni in casa irpina.
Già ad inizio ottobre sembrava segnato il destino del tecnico maremmano con l'arrivo di Vincenzo Vivarini, ma per i desideri dello spogliatoio e in virtù di qualche differenza di vedute con il subentrante per mercato e staff, fu decisa la conferma di Braglia. Probabilmente, con questi piccoli, ma allo stesso tempo grandi passaggi inizia a strutturarsi un cammino senza sussulti e non in linea con quanto immaginato in estate. La conferenza stampa post-gara ha celebrato la fase lunga 332 giorni (16 giugno 2021 - 4 maggio 2022), che ha visto l'ex tecnico e l'ex direttore sportivo sì protagonisti della costruzione, ma non come i soli gestori del gruppo in un campionato nato male e finito peggio, in cui la squadra non ha saputo vincere nemmeno uno scontro diretto degno di nota, con calciatori definiti "sopravvalutati" dalla proprietà.
Avellino-Foggia è stata la sintesi perfetta delle incongruenze fisiche, tecniche, tattiche, di atteggiamento del team costruito in estate, rivisto poco e male nella sessione invernale (Oliver Kragl ha dato sostanza da febbraio in poi, mentre Lorenzo Chiti non è mai sceso in campo con la maglia dell'Avellino) e caduta nel modo peggiore all'ingresso playoff. Jacopo Murano è, di fatto, il simbolo della serata negativa e della seconda parte di stagione dei lupi. Il palo colpito con deviazione e il 2-0 mancato hanno spostato e non poco gli equilibri su un finale di stagione che poteva essere completamente diverso grazie al raddoppio nella sfida, ma il lucano - che doveva essere il fiore all'occhiello del mercato di gennaio - non è certamente l’unico colpevole.
Inoltre, c'è l'aspetto contrattuale con i calciatori nella ripartenza. La famiglia D'Agostino ha sottolineato la volontà di operare un restyling profondo, ma tra adeguamenti, rinnovi e durate dei rapporti in essere (Murano, citato spesso dalla proprietà nel post-gara, ha firmato un contratto con scadenza 30 giugno 2024 appena il 22 gennaio scorso dopo il tentativo di accordo con Pietro Iemmello) il club dovrà gestire una situazione non semplice. Poco davvero ha potuto, invece, Carmine Gautieri, chiamato con un contratto minimo per durata (30 giugno 2022) e, quindi, da posizione debole nell'ottica decisionale di un gruppo alla deriva, mai rilanciato dalla gestione dell'allenatore partenopeo. Le prime scelte vere del direttore sportivo, Enzo De Vito, quelle in cui sarà davvero protagonista, arriveranno nelle prossime ore, quando la rosa continuerà ad allenarsi al "Partenio-Lombardi", ma si inizierà a definire il progetto futuro con un nuovo tecnico.