Benevento

A metterci la faccia nel post gara di Monza - Benevento è stato il presidente Oreste Vigorito che si è espresso così sulla sconfitta maturata all'U-Power Stadium:

"Credo che i primi ad aver capito che c'era un'occasione sono stati i tifosi. Tante volte li abbiamo criticati per la loro mancanza, ma oggi vanno solo elogiati. Dispiace ancora di più perché nel momento in cui hai un attestato di fiducia, tu vieni meno. Sono giorni che lo ripeto: non abbiamo fallito un obiettivo. Il nostro obiettivo era quello di fare un campionato competitivo e dobbiamo riconoscere che siamo in zona play off dall'inizio del campionato. Giocarsi ancora una volta la promozione significa aver mantenuto le premesse. Poi l'appetito viene mangiando. Questo è un campionato livellato verso il basso perché non ci sono le squadre che l'hanno dominato. Il Benevento, nonostante dieci sconfitte, è a cinque punti dal primo posto. Negli anni scorsi 68 punti non sarebbero bastati neanche per il secondo posto. Questo ci ha fatto credere di poter competere per il salto diretto. E' evidente che ci siamo illusi. L'amarezza viene forte perché l'obiettivo era possibile anche in un anno di transizione. Dobbiamo prendere quanto di buono fatto e chiudere questo campionato, per poi pensare ai play off e vedere se saremo capaci a pianificare un mini torneo. Non sono gli uomini che vincono o perdono, ma i calciatori. Se in loro troveremo degli uomini, probabilmente andremo avanti. Non abbiamo perso oggi il campionato, ma quando abbiamo pensato di vincerlo. C'è stata la possibilità di vincerlo, ma evidentemente non avevamo la capacità di farlo". 

"Abbiamo fatto un cammino lungo dieci mesi, ci sono state delle cose buone e delle cose cattive. Non sono mancati dei fattori esterni che non dipendono da noi, da cui abbiamo raccolto il meglio e il peggio. La somma di tutto questo comporta il risultato finale. Possiamo fare solo un'analisi sulle colpe che dipendono da noi. Se oggi conoscessimo le colpe non starei facendo un discorso filosofico sulle cose da capire ancora. C'è tempo per riflettere. Se sto qui a parlare è perché ci metto la faccia: io non voglio perdere e sono il primo a essere messo in discussione perché il presidente ha la capacità delle scelte. Adesso rifletteremo un po' tutti. Forse qualche calciatore capirà che il pane quotidiano lo guadagna a Benevento e non in altri posti, altri capiranno che vivere in una città serena come Benevento non significa fare l'impiegato di banca, altri che dovrebbero vivere in città e non in altri posti. Fare scelte adesso è prematuro, 24 ore non si negano a nessuno". 

"Credo che potevamo fare gli stessi punti di chi è in testa. I 63 punti della settimana scorsa erano gli stessi del Pisa e di altri. Non nascondiamoci. Avremmo potuto avere gli stessi punti. Il nostro è stato un campionato coerente con serie positive e negative. Non credo alla fortuna o alla sfortuna, ma siamo stati capaci di far coincidere il filotto negativo nel momento più importante della stagione. Credo che questo non l'abbia capito nessuno. E' nell'interesse di tutti ottenere il meglio, se nessuno è riuscito a risolvere questo problema evidentemente qualcosa è sfuggito a tutti. I calciatori hanno decine e decine di partite in serie A, ma non basta per vincere ad alti livelli. Il Monza oggi sembrava una squadra di serie A, ma la settimana scorsa ha perso col Frosinone. Gli attori sono responsabili di aver recitato un copione caratterizzato da rinvii e incidenti stranissimi: ci sono stati quattro infortuni facciali, cosa che succede raramente. Qualcuno dice che siamo sfortunati, ma non penso che sia così: il mondo intorno a noi è quello che noi creiamo. Rispetto ai nostri propositi abbiamo rispettato ciò che pensavamo. Non è la mancanza dell'obiettivo a darmi amarezza, ma il pensare a non aver trovato una soluzione. Non ho la presunzione di risolvere tutto, ma se avessimo capito il problema forse questo campionato potevamo vincerlo. Un torneo come questo, così equilibrato e strano, bastava una linearità nel proprio cammino per vincerlo senza particolare fatica". 

"Non vivo di ricordi. Del fatto che nel 2016 ho vinto un campionato non me ne frega niente. Se do uno sguardo alla crescita allora sì che è stata una bella storia. Credo che si debba onorare quello che si fa: la maglia, la gente, una società che prova a non sbagliare mai nulla. Altrimenti dovrei dire che visto che ho vinto campionati, pago e sto vicino alla squadra, allora non ci sto più. Siamo noi che stiamo abituando i giovani d'oggi a vivere alla giornata, a pensare che se un giorno si è lavorato allora il giorno dopo si può andare al mare. L'impegno è alla base del rapporto di lavoro e della propria identità. Credo che nelle prossime settimane, al di là dei buoni propositi, se non ritrovano una dignità e un orgoglio di far parte di un mondo in cui donare un sorriso è un dovere, allora possiamo anche evitare di fare i play off. Li vincerò se capirò oggi perché non ho vinto il campionato".