Benevento

Chi sarà il gestore della diga di Campolattaro e che ruolo avrà la Provincia di Benevento cioè il territorio che ospita l’invaso?
Sono solo alcuni degli interrogativi al centro dell'incontro promosso oggi dal Partito Democratico di Benevento per fare il punto sull'opera idrica più imponente dell'Italia meridionale finanziata per 500 milioni di euro, tra Pnrr (300 milioni) e fondi strutturali della Regione (200).
Il Partito democratico di Benevento palesa “un'enorme rischio beffa per il Sannio” in una conferenza con  il deputato Umberto Del Basso De Caro e il segretario provinciale Giovanni Cacciano.
“Mentre si accende il dibattito sulla diga di Campolattaro - ha premesso De Caro - c'è un convitato di pietra, che molti fingono di ignorare: è il commissario (ndr Attilio Toscano), perchè – ricorda ancora - l'opera è commissariata dal Governo e il commissario deve rispondere al Presidente del Consiglio e al Parlamento con una relazione semestrale sul cronoprogramma dell'opera. Mi fa sorridere, dunque che in molti parlino con interlocutori diversi, che sono sbagliati”.

Poi si concentra sul punto “Chi sarà il destinatario del beneficio dell'opera che oltre alla duplice utilizzazione: irrigua e umana potrebbe essere sfruttata per la sua importante funzione idroelettrica?”.
E dunque i democrat ripercorrono la lunga storia del “progetto di cui è titolare la Provincia di Benevento, concessionaria per l'uso irriguo delle acque dal 1999 e che in quanto tale ha investito risorse per un ventennio per portare a compimento e a collaudo l'opera (tuttora in corso).
Condizione ribaltata a maggio del 2021 quando “la Regione ha formulato (ad essa stessa) istanza di concessione, in sanatoria, di grande derivazione di acqua ad uso plurimo (irriguo, potabile, idroelettrico e industriale), prot.n.0274247 del 20.05.2021, richiamando la propria istanza del 10.12.99 ma ignorando del tutto l'istanza e tutti gli atti successivi della provincia di benevento in forza dei quali negli ultimi 20 anni l’opera è stata gestita, manutenuta e condotta all’imminente collaudo funzionale.

Quando la predetta procedura sarà esperita – è legata alla VIA e VIncA del progetto di utilizzo delle acque (presumibilmente entro il 2023) – la Regione sarà Concessionaria e la Provincia sarà tagliata fuori da ogni competenza/titolo sulla risorsa idrica invasata nella Diga di Campolattaro”.

Il Pd dunque incalza: “si palesa un’enorme rischio/beffa per il Territorio: la Provincia di Benevento che, al momento, è la concessionaria per uso irriguo della Diga, ed in quanto tale ha investito risorse per un ventennio per portare a compimento e a collaudo l'opera (tuttora in corso), viene messa alla porta nel momento in cui l’opera inizia il suo ciclo produttivo e redditivo con la «vendita» dell’acqua.

È fondamentale, quindi, che tutti gli attori e i portatori di interesse del territorio sannita, istituzioni, enti locali, associazioni, categorie produttive, organizzazioni agricole facciano squadra per evitare che il territorio sia «espropriato» del bene diga nel momento in cui tale bene diviene “produttivo””.