Tredici maggio e 3 giugno. Sono le date, riservate alla discussione, cui seguirà la decisione del gup Pietro Vinetti, nell'udienza preliminare a carico delle diciannove persone di cui il sostituto procuratore Assunta Tillo ha chiesto il rinvio a giudizio perchè chiamate in causa dall'inchiesta della Squadra mobile e del Nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza che era rimbalzata all'attenzione dell'opinione pubblica alla fine di luglio del 2020, quando era stato arrestato, su ordine del gip Loredana Camerlengo, Nicola Panella (avvocati Angelo Leone e Pierluigi Pugliese), 58 anni, di Montesarchio, che, dopo quattro mesi nel carcere di Secondigliano, aveva ottenuto gli arresti domiciliari e poi, da metà gennaio del 2021, la rimissione in libertà.
Nel mirino dell'indagine, scandita dal sequestro di beni e società, e supportata da intercettazioni telefoniche ed ambientali, una serie di operazioni attraverso le quali, per evitare il rischio di misure patrimoniali nei suoi confronti, Panella si sarebbe spogliato di beni immobili e quote societarie.
La richiesta di processo riguarda anche V.D. (avvocati Vittorio Boccieri e Roberto Altavilla), di Avellino, D.D. (avvocati Pugliese e Marianna Febbraio), di Montesarchio, A.D.P. (avvocati Boccieri e Altavilla), di Atripalda, V.D.V. (avvocato Luigi Alaia), di Napoli, A.G. (avvocati Simona Barbone e Paola Forcione), di Mercogliano, C.G. (avvocati Simona Barbone e Paola Forcione), di Avellino, M.G. (avvocato Giuseppe Di Gaeta), di Avellino, N.I. (avvocati Leone e Grazia Luongo), di Benevento, M.L. (avvocato Marcello D'Auria), di Bonea, residente a Prato, C.M. (avvocato Fiore Pagnozzi), di Benevento, C.P. (avvocato Febbraio), di Montesarchio, E.P. (avvocato Pugliese), di Montesarchio, N.P. (avvocato Pugliese), di Montesarchio, G.S. (avvocati Luca Guerra e Stefano Travaglione), di Pesco Sannita, G.V. (avvocato Luca Russo), di Pesco Sannita, O.V. (avvocato Nicola Marino), di Montesarchio, F.C., e C.P., entrambi residenti in Svizzera,
Associazione per delinquere, intestazione fittizia dei beni, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici e l'indebita compensazione, queste le accuse contestate a vario titolo.
Interrogato per rogatoria a Napoli, Panella aveva respinto gli addebiti, sostenendo di essere il direttore del Bei Park, ex centro per migranti – uno degli immobili sequestrati -, e di aver avuto per questo rapporti solo di natura lavorativa con i commercialisti che ne seguivano le vicende. Quanto alle società, aveva spiegato che sono della sua famiglia, e di aver sempre svolto un ruolo di coordinamento e di indirizzo per conto della sorella e dei nipoti. E, rispetto al capitolo di una truffa che sarebbe stata commessa per il conseguimento di erogazioni pubbliche, aveva precisato di essere stato solo un intermediario al quale sarebbe spettata una percentuale mai incassata.