Quindici

Liberato Santaniello non è più il sindaco di Quindici. Nove consiglieri comunali, cinque di minoranza e quattro di maggioranza, lo hanno sfiduciano rassegnando contestualmente le proprie dimissioni dalla carica, sottoscritte venerdì sera dinanzi al notaio Giordano di Avellino e protocollate ieri mattina in municipio.

 

A consegnarle, per conto di tutti, il capogruppo di opposizione Paolino Bonavita che si è presentato alle 8 in punto al Comune, chiedendo ed ottenendo dal commissariato di polizia di Lauro una specifica attività di pattugliamento finalizzata ad evitare che potessero verificarsi episodi e momento di tensione, che alla fine non ci sono stati.

 

Dunque, a Quindici già da oggi prende il via la gestione commissariale, quella che dovrà traghettare l’ente probabilmente fino a maggio quando, salvo altre decisioni, le autorità competenti autorizzeranno il ritorno alle urne per il rinnovo del consiglio comunale. Tre mesi durante i quali non mancheranno gli scontri dialettici tra i gruppi politici, che già si stanno costituendo al fine di proporsi all’elettorato. Intanto, dopo 48 ore di rigoroso silenzio, le prime dichiarazioni ufficiali. Quelle rese da Bonavita subito dopo la presentazione dell’atto di sfiducia e dall’ormai ex sindaco Santaniello.

 

«E’ dovere di chi ha ricevuto il mandato elettorale illustrare le proprie dimissioni», esordisce Paolino Bonavita. «In cinque anni abbiamo subito parecchi attacchi da Liberato Santaniello, che ha cercato anche di infangarci, ma con abnegazione abbiamo portato avanti il nostro mandato elettorale. Il nostro è quindi un atto dovuto e prettamente politico perché è venuta meno l’agibilità democratica dell’ente. Liberato Santaniello - prosegue Bonavita - di fatto non aveva più una maggioranza in consiglio. Lo si è visto in occasione delle ultime convocazioni dell’assise quando addirittura in aula eravamo presenti solo io e il consigliere Scala. Ringrazio tutti i consiglieri che hanno sottoscritto questo atto così coraggioso che va nell’interesse della comunità.

 

La malapolitica e la malamministrazione hanno inciso in modo grave sulla nostra realtà. Spero che questo atto possa contribuire alla ricostruzione di un percorso di crescita del nostro paese affinché i giovani possano avere un futuro sereno e sgombro da qualsiasi interesse personale. Questo atto dovrà far rinascere la cultura e la legalità che a Quindici sono state negli ultimi anni deturpate. Ai quindicesi voglio dire: formiamo una compagine elettorale che possa raccogliere le persone oneste di questo paese, e che lavori solo nell’interesse del popolo quindicese». Rompe il silenzio anche Liberato Santaniello.

 

«Prendo atto della sfiducia e il mio primo pensiero va alle famiglie che restano a casa», dichiara l’ex sindaco che poi, quasi come se stesse riavvolgendo una pellicola cinematografica, ricorda, ad uno ad uno, quanti hanno collaborato con lui in dieci anni all’amministrazione del paese. «Un grazie ai magistrati antimafia Troncone e Soviero, al procuratore Cantelmo, al comandante provinciale dell’Arma Merone, agli ex ufficialiin servizio ad Avellino Sottili e Fettizio, alle forze di polizia, all'ispettore Bruno, alla Guardia di Finanza e al Corpo Forestale dello Stato, che in questi anni mi sono stati vicini consigliandomi nell’agire amministrativo. Un grazie sentito poi ai dirigenti comunali ai quali mi lega un’affettuosa amicizia e con cui abbiamo condiviso momenti di grande azione amministrativa.

 

Ringrazio tutti i prefetti che si sono susseguiti nella carica in questi dieci anni, in particolare il dottor Orfeo, ma anche i vice prefetti Palma e Amabile, che ci hanno supportato nelle azioni di governo. Ringrazio l’associazione Libera e Marco Cillo, che si è battuto come un leone per la la difesa dei principi universali della legalità. Un vero ottaiano quindicese. Ringrazio la stampa locale, che in questi anni di difficoltà nel raccogliere e divulgare notizie ha dimostrato serietà, correttezza e attaccamento al territorio. Il paese - conclude Santaniello - potrebbe vivere ora una fase di forte contrapposizione. E’ giusto che si abbassino e lo dico in virtù della correttezza che ci ha sempre contraddistinti».

 

Rocco Fatibene