Cava de' Tirreni

Eugenio Manzo e Matilde Memoli hanno il volto segnato da un calvario durato 17 anni. I genitori di Arianna, la ragazza di Cava de' Tirreni nota tristemente come la “bimba di legno”, hanno lottato strenuamente per avere giustizia. Due anni fa, mentre l'iter in Tribunale avanzava a rilento, decisero di avviare anche lo sciopero della fame per provare a smuovere le coscienze. Anni di lotta che martedì scorso hanno visto materializzarsi un piccolo, grande risultato: nella sede della giunta regionale è stato firmato un atto transattivo con il “Cardarelli” che corrisponderà un risarcimento di 3 milioni e 200mila euro alla famiglia Manzo.

Risorse che, come hanno raccontato ad Ottochannel papà Eugenio e mamma Matilde serviranno per garantire un futuro più dignitoso ad Arianna. «Questi soldi non serrviranno a restituire una vita normale a nostra figlia ma quantomeno le permetteranno di vivere in maniera più dignitosa», ha spiegato Matilde Memoli che intende “regalare” alla figlia una casa senza barriere architettoniche e una macchina dotata di sollevatore. «Abbiamo avuto giustizia a metà», ha ribadito Eugenio Manzo. «È stata dura, tutti questi anni tra tribunali ed udienze sono stati difficili. Ma grazie al nostro avvocato Mario Cicchetti e al presidente Vincenzo De Luca siamo riusciti a giungere alla fine. È stata una bella emozione, sembrava un sogno. In questi anni ci sono stati tanti imprevisti quindi non ci sembrava vero. Siamo contenti, ora Arianna avrà modo di curarsi diversamente e meglio».

Arianna, nata sana, oggi è costretta a vivere su di una sedia a rotelle a causa dei danni irreversibili subiti a seguito di un ricovero avuto all'età di tre mesi. Una vicenda che ha segnato per sempre la vita della famiglia Manzo. «Quando è stata in rianimazione – ha ricordato Eugenio - siamo stati due mesi a fare la spola tra Cava e il Cardarelli. Quando sono tornato sono stato licenziato. Più di dieci anni fa siamo stati in America e poi in Israele per curarla. Poi purtroppo per mancanza di soldi ci siamo fermati e si è fermata anche lei. Ci fa male vederla così mentre tanti ragazzi della sua età fanno una vita normale che a lei è stata tolta per un grave errore medico».

Un dolore troppo grande. «Non potrà mai perdonare chi ha causato questo a mia figlia», ha tuonato mamma Matilde. «Per una semplice bronchiloite bastava una tenda di ossigeno per farla stare meglio. Quindi anche se è stata fatta giustizia io non perdono».

Il servizio andato in onda nel Tg News di Ottochannel 696