Avellino

Quella in programma domani sarà una ripresa degli allenamenti diversa dalle altre per l'Avellino, che arriva ai playoff nella peggior maniera possibile. Il morale è sotto i tacchi dopo la sconfitta per 2-0 a Foggia; bisognerà scendere in campo già il prossimo 4 maggio dopo aver perso il terzo posto all'ultima giornata peggiorando il risultato della scorsa stagione, naturale epilogo di una prestazione a dir poco opaca in maniera sostanzialmente inspiegabile, sia in termini di atteggiamento, sia di intensità.

Le assenze di Di Gaudio, a riposo precauzionale per un affaticamento muscolare; Tito, contatto diretto di un positivo, e Maniero, oltre a quella dell'oggetto misterioso Chiti, a cui si è aggiunta nell'imminenza del match quella di De Francesco, febbricitante come il giovane difensore compagno di squadra, non sono ovviamente dettagli in termini di espressione del pieno potenziale della rosa, ma è chiaro che sarebbe riduttivo imputare la battuta d'arresto alle indisponibilità perché la squadra non ha dimostrato quello che una vera squadra sa fare: gettare il cuore oltre l'ostacolo, oltre le difficoltà.

L'Avellino a Foggia è durato 33 minuti, il tempo di incassare un gol da Merola, con tanto di retroguardia formato presepe vivente, e di perdere il suo capitano che ha scambiato, per un istante fatale, il calcio col karate. Non ci sarà Aloi (squalificato per due giornate), come Matera che era in diffida ed è stato ammonito, nel secondo turno della fase del girone a cui i lupi si sono condannati consegnandosi agli avversari. C'è da monitorare lo stato di salute degli assenti, con le dita incrociate perché l'incubo Covid è, in fondo, sempre lì, dietro l'angolo, e stabilire tempi e modalità del ritiro preannunciato da Gautieri nel post-gara.

Quel Gautieri che è finito nel feroce mirino delle critiche così come i calciatori, bersagliati da invettive e malumori sui social. Ecco, se c'è un vento che è cambiato, però, è quello nei confronti della proprietà verso cui gran parte dei tifosi ha, invece, espresso solidarietà per gli investimenti mal suggeriti e ripagati su cui si è soffermato in mattinata pure il sindaco di Avellino, Gianluca Festa. Sono lontani i tempi in cui c'era, a ragione, da puntare il dito contro la società. Insomma. adesso sì, il tempo degli alibi è davvero finito.