San Giorgio del Sannio

Riceviamo e pubblichiamo 

In questi giorni, infatti, sull’annoso problema delle sospensioni idriche notturne e sulle improvvise, e soprattutto non comunicate, interruzioni dell’erogazione diurna, si è detto tutto e il contrario di tutto e in questa querelle infinita si sono infilati in tanti, politici e amministratori vecchi, nuovi e presunti verginelli … ma, a dire il vero, niente di nuovo sotto il sole, visto che a San Giorgio si vive in una campagna elettorale perenne ed ogni cosa che succede diventa magicamente un punto di programma per le prossime elezioni amministrative.

Ma torniamo alle sospensioni idriche.

Sin dall’inizio di luglio, gli attivisti del MeetUp Amici di Beppe Grillo di San Giorgio del Sannio hanno creato un gruppo di lavoro sul disservizio idrico insieme a cittadini e tecnici, esperti di materia amministrativa e legale, con la partecipazione diretta anche di parlamentari e consiglieri regionali del M5S, per studiare approfonditamente la questione e per provare ad individuare non solo soluzioni tampone ma soprattutto un programma a lungo termine che porti alla definitiva soluzione del problema.

In questa ottica, il gruppo di lavoro si è orientato ad azioni non tanto rivolte a cercare un colpevole per questi disagi, cosa che di per sé non porta né ad alcun risultato immediato né alla soluzione del problema, bensì a richiamare chi di dovere alle proprie responsabilità.

Ci si riferisce, ovviamente, al Sindaco di San Giorgio, Comune socio di Alto Calore Servizi SpA, e alla rappresentante del Comune all’interno del Consiglio di Amministrazione della suddetta società, dott.ssa Maria Lucia Chiavelli.

Da parte loro, finora, non si è riscontrato alcun intervento sostanziale per il ripristino delle condizioni minime di vivibilità, di salute e sanità pubblica nonché per il ristabilimento delle condizioni minime di igiene per gli esercizi commerciali e le attività pubbliche che prevedono la somministrazione di alimenti crudi e cotti come pure la pulizia degli operatori e degli ambienti e l'utilizzo dei servizi igienici.

Pertanto, il primo passo fatto è stato quello di inviare via pec al protocollo comunale un’istanza al Sindaco affinché si assuma le proprie responsabilità sia amministrative, in qualità di tutore della salute pubblica e di buon amministratore della cosa pubblica sia politiche, in quanto esponente del partito di maggioranza nell'Alto Calore Servizi, intervenendo con urgenza e con determinazione presso la società di gestione del servizio idrico al fine di individuare sia azioni atte a fronteggiare le emergenze sia azioni a lungo termine per la risoluzione del problema relativo alla mancata erogazione idrica nel periodo notturno e delle interruzioni improvvise del servizio.

A tale proposito, è stato chiesto anche che l’Amministrazione consideri la possibilità di uscire da Alto Calore Servizi SpA e si faccia carico di predisporre un progetto serio, valutando lo stato dell’impianto e quantificando i costi di aggiornamento delle strutture, per la gestione in house del servizio idrico, soluzione che è stata individuata dai componenti il gruppo di lavoro come la più adeguata per avviarsi alla soluzione del problema.

Parallelamente, sono stati interessati alcuni parlamentari e consiglieri regionali le cui iniziative a riguardo verranno rese note a breve, così come a breve verranno comunicate ai cittadini e alla stampa le altre iniziative delle quali il gruppo di lavoro si sta occupando.

I cittadini sono stufi di sentirsi dire che il problema delle sospensioni del servizio idrico sono dovute alle cattive condizioni dell’acquedotto, delle condotte e della rete di distribuzione. Questa è solo una parte delle cause!

La causa più sostanziale pare, invece, si possa rinvenire nelle parole del Sindaco di San Giorgio del Sannio durante l’ultima assemblea dei Soci di Alto Calore Servizi per l’approvazione del bilancio consuntivo 2014, quando definisce l'Alto Calore Servizi come una specie di poltronificio:

“ Se Alto Calore ha avuto delle colpe, tra le tante, c’è il fatto che nel corso dei decenni abbiamo interpretato la società e la presidenza o come una vetrina per fare carriera politica o come punto di arrivo quando la carriera era finita, come una cassa di compensazione di carriere politiche da avviare o finite. Di questo siamo tutti colpevoli e dobbiamo cominciare a considerarla come una società. Pubblica però, perciò non possiamo trattarla come una banca, ma i conti devono essere in ordine. Il mio è un voto di fiducia ma che vi impegna, non è una cambiale in bianco” .  

Se nel tempo Alto Calore Servizi si è così fortemente allontanata dallo scopo primario per il quale nacque, nel 1938, il Consorzio Interprovinciale Alto Calore, ovvero quello di “provvedere alla costruzione ed alla manutenzione di un acquedotto alimentato dalle sorgenti dell’Alto Calore ed alla conseguente gestione per la fornitura di acqua potabile ai Comuni consorziati”, è ormai improcrastinabile il cambio di direzione in chiave pubblica, a difesa del diritto universalmente riconosciuto all’acqua come bene primario.

Ove ciò non fosse possibile, e i 117 milioni di euro di debiti dell’Alto Calore Servizi inducono a pensare che sia così, l’unica soluzione possibile è l’uscita dalla Società di gestione e la creazione di tutti i presupposti per la gestione in house del servizio.

Il Primo Cittadino, cui il voto degli elettori attribuisce la cura della cosa pubblica nonché la tutela della salute della propria comunità, ha l’obbligo istituzionale di considerare questa possibilità e di prendere una decisione a riguardo.

Gli attivisti del meetup sangiorgese, ancora una volta, sono al fianco dei cittadini non certo per accampare posizioni di rendita ma per provare a trovare soluzioni valide e a tutela della comunità.

redazione