Benevento

La Procura ritiene che quei lavori di adeguamento, che secondo la difesa erano stati autorizzati dal Gip, siano invece stati realizzati mentre il sequestro era ancora vigente. Ecco perchè ha aggiunto alle ipotesi di reato iniziali, anche quelle di violazione di sigilli e danneggiamento di cose, appunto, sotto sequestro.

Sono contenute nella richiesta di proroga dell'indagine a carico di una coppia residente a San Marco dei Cavoti – è assistita dall'avvocato Fabio Russo- che nel giugno dello scorso anno aveva ricevuto la visita dei carabinieri, che avevano sequestrato 43 cani – uno era successivamente morto - i box che li ospitavano ed il terreno sul quale erano stati installati.

"Ricoveri precari in lamiera, privi di pavimentazione ed a contatto diretto con il terreno", li avevano definiti imilitari e l'Asl, ipotizzando la non regolarità del canile, ritenuto dunque abusivo, ed anche il maltrattamento degli animali.

I sigilli erano stati apposti anche al fondo perchè sarebbero stati rinvenuti rifiuti ritenuti speciali: in particolare, "scarti provenienti da macellazione bovina". Inoltre  era stata individuata un’area a diretto contatto con il terreno sulla quale erano "stati sistematicamente bruciati e depositati rifiuti di vario genere, con conseguente inquinamento ambientale".

A distanza di un mese, però, il provvedimento era stato annullato dal Riesame, che aveva dunque restituito i cani ai proprietari, che, nel frattempo avevano provveduto a realizzare alcuni interventi di sistemazione della struttura.