Avellino

Squilla il telefono a casa di Gianni Vigoroso, giornalista arianese inossidabile, che solo il Covid ha messo ko, costringendolo a restare fermo in una stanza dalla quale continua a comunicare all'esterno solo attraverso i social e il sito di Ottopagine.

“Pronto, Gianni come stai? E come stanno i tuoi genitori”. Dall'altro capo del telefono è la voce del vescovo di Ariano Irpino-Lacedonia, monsignor Sergio Melillo. Lui, risponde emozionato e quasi imbarazzato. Gianni segue, per giunta da giorni con preoccupazione, anche la condizione dei suoi anziani genitori Maria Libera e Domenico, pure loro colpiti dalla variante del virus nonostante le tre dosi di vaccino.

“Eccellenza, penso di esserne quasi uscito. Ormai sono fermo dal 14 aprile scorso. Solo i sapori e gli odori non li percepisco ancora. Anche i miei genitori stanno meglio, accusano solo un po' di tosse e di affaticamento”, spiega Vigoroso.

Il vescovo chiede notizie e aggiunge: “Passami tua madre..”. Risponde la signora Maria Libera Iacobacci, 89 anni, una donna di grande fede, incredula ma felice: “Sì, eccellenza, grazie della telefonata”.

-”Ma come state?”, chiede il vescovo. E la mamma di Gianni cerca di rassicurarlo: “Tutto apposto, con l'aiuto della Madonna supereremo anche questo”.

Monsignor Melillo cerca di portare conforto in una famiglia che vive con apprensione l'emergenza del Covid, come purtroppo sta avvenendo in tante famiglie dell'Irpinia. “Pregherò per voi, speriamo di vederci presto. Verrò a trovarvi”, conclude il vescovo. Il collega Gianni Vigoroso è frastornato. Riesce solo a dire: “Grazie eccellenza, grazie di cuore”. Un gesto caritatevole e misercordioso che fa onore al vescovo Melillo e che mostra il volto migliore di una chiesa solidale e più vicina ai fedeli.