Udinese-Salernitana non è solo Verdi al 93’. Sono mille storie che s’intrecciano attorno ad una partita che, comunque vada, è già storia.
Da calendario alla Dacia Arena si sarebbe dovuto giocare il 21 dicembre. Giorni bui, caratterizzati dall’idea terrificante di una possibile esclusione dal campionato di serie A per la mancata cessione della società. Poche ore prima il Covid si mise di traverso, costringendo i granata a non mettersi in viaggio per il Friuli. Giacomo Camplone di Pescara alle 18 diede l’inizio ad una partita-fantasma che sarebbe terminata dopo 45’. Ma la testa di un’intera città era altrove. In via Allegri, sede della Figc, il presidente Gabriele Gravina lanciò l’ultimo affondo a Claudio Lotito: «La Salernitana ha dieci giorni per essere venduta, altrimenti sarà esclusa dal campionato di serie A». Una doccia gelata anche per i più ottimisti.
Serviva un miracolo per salvare la Salernitana. E mentre alla Dacia Arena l’Udinese scendeva in campo senza avversari, a Roma iniziava il via-vai d’imprenditori che avrebbe voluto tenere in vita il cavalluccio marino. Cordate, trattative, illusioni. Sogni che sembravano destinati a svanire nel nulla.
Dieci giorni lunghi. Terminati a pochi minuti dall’inizio del 2022 con la svolta targata Danilo Iervolino che ha dato nuove speranze a Salerno e ai salernitani. L’arrivo di Walter Sabatini. L’allestimento di un instant team bocciato un po’ troppo presto e anche in maniera ingenerosa. L’inizio della rincorsa.
Nel mezzo la battaglia legale: prima il 3-0 a tavolino ed il -1 in classifica. Poi il ribaltone e la nuova chance sul campo.
Esattamente quattro mesi dopo, Udinese-Salernitana si è finalmente giocata. E la storia del match - anche questa - è nota a tutti. Quella che rischiava di essere l’ultima partita del campionato di serie A della Salernitana si è tramutata nella partita della possibile svolta. Mille storie che s’intrecciano ed un sogno che resta vivo.