Salerno

Bancarotta fraudolenta ed evasione: sono le accuse contestate a tre imprenditori del comparto rifiuti operativi tra le province di Salerno e Caserta. Le indagini, condotte dalla procura di Salerno, hanno portato all’esecuzione di misure cautelari emesse dal gip Pietro Indinnimeo. La Guardia di finanza ha avviato gli accertamenti in seguito al fallimento di una società consortile operante nel servizio di raccolta dell’immondizia, operativa in alcuni municipi salernitani e casertani.

Nel mirino delle fiamme gialle gli amministratori che si sono succeduti nel corso del tempo: al setaccio la documentazione contabile e dei bilanci della società fallita ed i rapporti commerciali costruiti nel corso degli anni. Contestate una serie di omissioni che avrebbero impedito di ricostruire il patrimonio dell’azienda, riportando numerosi crediti divenuti non più esigibili e omettendo la svalutazione degli stessi per non far emergere il dissesto.

Non solo: sempre secondo l’ipotesi accusatoria sarebbero stati eseguiti pagamenti preferenziali in favore di creditori non privilegiati, danneggiando altri creditori che avevano la priorità come ex dipendenti e l’Erario stesso. Irregolarità contestate nel periodo in cui era già conclamato lo stato di insolvenza. Uno dei tre indagati, secondo la Finanza, avrebbe provato ad impedire la riscossione coatta dell’Agenzia delle Entrate.

Per i tre indagati è scattato il divieto di esercitare attività d’impresa e di ricoprire incarichi direttivi per la durata, rispettivamente, di 12, 8 e 6 mesi. Sequestrati inoltre beni per 750mila euro tra somme di denaro, sette autoarticolati e quattro automobili (tra le quali una di lusso).