Le critiche rivolte sui social ai cori-anti Napoli intonati nel corso della partita Roma-Salernitana hanno innescato una polemica tra la città di Salerno e lo scrittore napoletano Maurizio De Giovanni. Un dibattito forte, caratterizzato da centinaia di commenti e sul quale l'autore de “Il commissario Ricciardi” è intervenuto attraverso un''intervista concessa ad Ottochannel 696 Tv (clicca qui per rivedere il servizio).
De Giovanni, cosa è successo con i tifosi della Salernitana?
Il discorso è molto semplice. Ho la fortuna di avere moltissimi lettori e lettrici a Salerno, una città che amo e nella cui provincia ho immaginato nascere e far vivere il mio personaggio principale che è il commissario Ricciardi, che è cilentano. Ci vado sempre, alcuni dei miei migliori amici sono salernitani. Quindi non c'è nessuna acredine né alcuna contrapposizione. È esattamente il contrario. Io amo Salerno e ritengo che siamo un unico popolo. Perché non penso che 40 chilometri di distanza possano differenziare un popolo unito per sangue, per cultura, per storia, per mentalità, per situazione socio-economica. Le drammatiche condizioni in cui molti quartieri della mia città versano sono condivise, credo, dalla situazione della provincia di Salerno. Trovo, perciò, assurdo, veramente ignobile, profondamente lesivo che le curve di molte tifoserie attacchino il popolo napoletano augurando catastrofi naturali, malattie epidemiche, di tutto. E che a questi cori, spesso, si uniscano anche alcuni pseudo tifosi della Salernitana.
Perché ha deciso di non presentare il suo libro a Salerno il prossimo 21 aprile?
La mia richiesta era di prendere le distanze da questa gente e che le persone dotate non solo di cultura ma anche di raziocinio, di una visione della società che sia coerente, prendessero le distanze con forza da questo atteggiamento. Così non è stato, purtroppo. Io non ho registrato, se non sporadiche, personali e anche abbastanza impaurite reazioni di persone che mi hanno mostrato in privato molta solidarietà. Ma è un dato di fatto che anche a livello istituzionale nessuno prende le distanze da questa gente. Che, invece, minaccia, continua a dire in maniera piuttosto becera di non volermi vedere a Salerno. Siccome io non vado nei posti in cui non sono gradito da tutti, ho pensato che fosse necesario fare a meno d'incontrare i miei tantissimi lettori che amo moltissimo. Peraltro sono stato accusato di promuovere, di utilizzare Salerno dal punto di vista promozionale. Ovviamente non è così. Per fortuna da molti anni l'andamento delle vendite dei miei libri può prescindere dalle presentazioni in un posto o nell'altro. Preferisco andare dove sono gradito.
Ha ricevuto minacce in privato?
Purtroppo sì ma non mi tange minimamente. Ho risposto con educazione a tutti, non ho la minima intenzione di bloccare profili, messaggi. Non ho detto nulla, e sfido chiunque a riportare un mio virgolettato che sia contro Salerno e contro i salernitani, contro le persone. Ho detto solo che chi fa quei cori contro Napoli e contro il popolo napoletano, augurandosi catastrofi naturali, epidemie è uno stupido, è ottuso, è un imbecille. Ed è triste che non si prendano le distanze da questa gente. Ho detto solo questo. Non vedo nessuna motivazione di rivalità, non vedo nessuna situazione di campanile, non vedo sfottò, non vedo ironia, non vedo golidardia nell'augurare ad un popolo di morire sotto l'eruzione del Vesuvio. Ribadisco quello che ho detto con forza, lo sottolineo e lo dirò in ogni circostanza.
In tanti sostengono che quei cori contro Napoli siano soltanto degli sfottò e un qualcosa che dovrebbe restare nel perimetro calcistico. Lei cosa ne pensa?
Il calcio non va ignorato, il calcio è una profonda porzione popolare che coinvolge moltissima gente. Non ci trovo nulla di sfottò o di campanilistico ad auguare un'eruzione o il colera ad una città intera. Lo trovo un atteggiamento pericoloso che crea una mentalità ed una cultura che è grave. Ricordo agli amici di Salerno che siamo messi tutti nella stessa pentola. Napoli è gravata da profonde situazioni di disagio. Non dirò mai che a Napoli funziona tutto. Napoli è piena d'imbecilli che fanno gli stessi cori dai quali io prendo con forza le distanze e dai quali mi auguro che tutti i napoletani intelligenti possano prendere le distanze. Non capisco perché a Salerno non possa accadere la stessa cosa.
I tifosi della Salernitana stanno ottenendo riconoscimenti in tutta Italia per il modo passionale con il quale stanno sostenendo la loro squadra nonostante la classifica. Si sente di lanciargli un messaggio?
Ho sempre detto che io sono tifoso della Salernitana, ho seguito la partita di Genova contro la Sampdoria, sono felicissimo che abbia vinto e mi auguro che resti in serie A. Ma mi auguro che salgano anche il Benevento, l'Avellino, la Casertana. Io credo fermamente nell'unità di un popolo campano che meriterebbe di camminare insieme nella stessa direzione. Quindi abbraccio tutta Salerno e tutti i miei numerosissimi amici e affetti salernitani che ho. Mi auguro, però, che si prendano le distanze. Perché è profondamente autolesionista questa divisione. Se ci separiamo facciamo il gioco di chi ci vuole separare. E questo credo che sia un autolesionismo molto stupido.