Una storia di inclusione e rinascita, ma anche del valore dei servizi sociali, ma anche dell'importanza della rete tra istituzioni. Nel giorno di Pasqua, l'azienda consortile Agorà S10 di Palomonte, ha raccontato sulla propria pagina social, la storia di una ragazza madre.
Le protagoniste sono mamma Anna e la sua piccola Maria, di appena 18 mesi. (Nomi di fantasia). Il loro racconto inizia quasi due anni fa.
Erano le 7 di mattina quando l'assistente sociale, il sindaco, i carabinieri, entrano in casa della donna aprendo quasi di forza la porta e trovano la piccola che dorme, da sola. Anna, raccontano dall'azienda, ha una vicenda familiare delicata alle spalle, a cui si aggiunge una relazione sbagliata che la fa precipitare nel buio. Da quella relazione nasce Maria.
"Per mesi si rincorrono voci che parlando di una madre poco attenta, di una madre che si sta lasciando andare. Anna non accudirebbe bene Maria né sé stessa. Anna non porta mai fuori la spazzatura. Anna si è isolata. L’assistente sociale è caparbia, chiede in giro, s'informa, cerca di capire, insiste, va tante volte a bussare a quella porta di casa senza ricevere risposta", raccontano dall'Agorà S10. Proprio grazie all'intervento dell'assistenza sociale vengono coinvolte le istituzioni, ad iniziare da tutta la struttura del Piano S3 ex S10. Fino a quando, quel mattino alle ore 7, decidono quel blitz.
"Dinanzi ai loro occhi c’è una casa invasa di rifiuti, c’è un degrado ovunque, ma soprattutto c’è la piccola Maria da sola. Anna arriverà dopo", ed è qui che inizia il suo percorso di ripresa grazie alla vicinanza delle istituzioni. Anna non va lasciata sola con i suoi "malesseri interiori", sottolineano.
La giovane mamma viene quindi collocata in una casa per ragazze madri e seguita da professionisti. Elabora i tragici lutti che ha subito, elabora il distacco da quella relazione sbagliata, ma soprattutto ritrova l'amore per la sua Maria.
Grazie ai servizi sociali, il servizio psicologico Anna non è più sola, e poco dopo inizia anche a lavorare. Il Comune le ripulisce casa, la sistema, e quell'abitazione ridiventa un luogo dove Anna può tornare a vivere.
"Non è facile il percorso. Anna non si fida di nessuno, si chiude, ma poi qualcosa accade, comprende che quella rete che le è intorno è lì per lei davvero. E si lascia aiutare. Decide di fidarsi di quelle persone che le stanno accanto per mesi", sottolineano i servizi sociali.
La sua è però una storia a lieto fine. Dopo un lungo percorso, prima di tutto interiore, Anna è tornata a casa con la sua piccola, in un clima diverso.
Prima un tirocinio con il programma Svolte, poi il tirocinio formativo presso il Comune con il progetto ITIA. Anna ritrova il sorriso e la sua piccola Maria frequenta il nido.
"Ad Anna viene concesso il Rdc e, attraverso questo, continuerà, con un nuovo progetto, il suo lavoro al Comune. Anna ce l’ha fatta, è accaduto perché quella rete di istituzioni non l’ha lasciata sola. Le misure di sostegno in ambito sociale, poi, sono state per questa donna la possibilità di rinascere, di risorgere. Oggi Anna è una persona nuova, è l’esempio di cosa significano i Servizi sociali, cosa significa non lasciare indietro nessuno. E’ la storia del grande lavoro di persone che non s’arrendono e di quanto possono essere efficaci certe misure sociali.
Abbiamo voluto raccontare questa storia perché dà il senso della riqualificazione del servizio sociale territoriale e del lavoro di rete sui quali l'Azienda Speciale Consortile Agorà S10, diretta dal dott. Giovanni Russo, sta investendo in modo serio e concreto. La mano verso Anna (e chi come lei) la stringiamo oggi, come ieri e come domani", così si conclude il racconto dell'Agorà S10, e continua la rinascita di Anna e della sua piccola.