Avellino

Nel corso di un collegamento Skype con 0825, in onda ieri sera con una speciale puntata pasquale su 696 TV OttoChannel, Massimo Rastelli ha lasciato la porta aperta a un ritorno sulla panchina dell'Avellino: “Se dopo anni trascorsi tra Serie A e B ripartirei dalla Serie C per l'Avellino? Un allenatore cerca di ripartire nel miglior modo possibile con dei progetti seri, ambiziosi, che vanno al di là delle categorie. Tutti vorrebbero allenare in Serie A o in una Serie B a vincere, però, un allenatore deve valutare tante cose e, soprattutto non sbagliare la scelta. Se il progetto dell'Avellino ha le caratteristiche per essere quello giusto da cui ripartire? L'Avellino è arrivato in semifinale playoff nella scorsa stagione e da quella delusione è ripartito lavorando per andare a migliorarsi; quest'anno si sta avvicinando all'ultima giornata avendo comunque la possibilità di arrivare secondo in classifica, vuol dire che ci sono delle potenzialità. Sulla base di queste c'è poi, naturalmente, un direttore sportivo che in questi mesi sta conoscendo anche lui la squadra, ci sarà un allenatore che insieme alla società e al direttore sportivo faranno le scelte più idonee per presentare un organico che sia all'altezza di una piazza come quella di Avellino... Ad Avellino non può vivacchiare, devi comunque cercare di costruire una squadra che punti a vincere. Poi, non è detto che si vinca, però, è una piazza che ti dà tantissimi stimoli. Chi viene ad Avellino, chi lavora nell'Avellino, sa che cercare di arrivare, comunque, sempre tra i primi”.

Dopo anni tra Serie A e Serie B, Rastelli potrebbe legare la sua ripartenza dal basso al blasone della piazza irpina e al suo vissuto, vincente, con essa: “Quelli ad Avellino sono stati anni stupendi sia da calciatore, sia da allenatore. Mi sono tolto e ci siamo tolti tantissime soddisfazioni. I risultati che ho ottenuto ad Avellino mi hanno permesso di allenare in una piazza straordinaria qual è Cagliari portandola in Serie A e facendo un bellissimo campionato, quello successivo, in Serie A. Poi ci sono state due esperienze con due grandissime società quali sono la Cremonese e la Spal, che, secondo me, potevano anche finire meglio e poi l'ultima parentesi col Pordenone, che non è andata come avrei voluto”.

E chissà se pure l'idea di un 4-3-1-2, su cui plasmare il nuovo Avellino, non baleni già nella testa del tecnico, che ha portato i lupi a un passo dalla finale per il ritorno in Serie A lavorando fianco a fianco con il direttore sportivo De Vito, da poco tornato in casa irpina: “Conosco e rispetto Gautieri, sta facendo un ottimo lavoro basandosi sul materiale umano che ha a disposizione. L'Avellino attuale ha, secondo me, la possibilità di giocare con un trequartista alle spalle di Maniero e Murano. A ora penso che possa esserlo Kanoute, chi sceglierei sul mercato? Ce ne sono tanti. In genere mi confronto con il direttore sportivo, dico le caratteristiche che mi servono, posso fare anche qualche nome, che conosco benissimo e mi fido tantissimo, ma in genere mi sono sempre fidato del direttore sportivo...”