Foto e video in stile Gomorra, con armi e denaro postati su Tik Tok, festini, segnalazioni per aver preso parte ad episodi di violenza e la parentela con pregiudicati vicini ai clan di camorra. E' quanto emerge in queste ore sulla vita dei due 15enni di Torre Annunziata fermati per l'omicidio del 19enne Giovanni Guarino e il ferimento del suo amico Nunzio. Ad incastrarli ci sarebbero macchie di sangue sui vestiti e sullo scooter, i filmati delle telecamere di videosorveglianza e un testimone. Non si trova ancora l'arma del delitto. Mentre i familiari della vittima non si danno pace e chiedono la restituzione della salma per i funerali crea sconcerto in tutta la comunità della città del corallo la violenza con la quale questi giovanissimi si sarebbero avventati sui due ragazzi.
Una violenza che si alimenta dall'emulare e trarre beneficio da ciò, chiarisce la dottoressa Antonietta Grandinetti, dell'Ordine degli psicologi Campani. “I fenomeni di violenza si stanno verificando in maniera molto dirompente tra i giovanissimi, escludendo il discorso psico patologico, come potrebbe essere una fragilità narcisistica dei giovanissimi, in qualche maniera incidono una serie di fattori legati a dei processi imitativi. Contesti - chiarisce la psicologa - dove la violenza e la forza sono valori, lo potremmo definire un esercizio di potere, l'appartenenza anche a dei gruppi che potrebbero ambire a mettere in atto proprio la violenza, conoscere un proprio sé nel produrla, proprio essere scelti in alcuni ambiti viene considerato un valore”.