Se non ci saranno problemi, l'epilogo è previsto il 21 giugno. Quando, dopo la discussione, arriverà la sentenza del Tribunale per le quattro persone spedite a giudizio un anno fa nell'indagine del sostituto procuratore Francesco Sansobrino e dei carabinieri sullo 'scontro', a Sant'Agata dei Goti, tra vigili urbani e Pro loco. Fatti risalenti al 2015, per i quali sono stati chiamati a rispondere, con l'acusa di abuso d'ufficio, Vincenzo Iannotta (avvocato Camillo Cancellario), comandante della polizia municipale del centro saticulano, Mario Libardi (avvocato Giulio Penna), Raffaele Troia e Giuseppe De Rosa, due sottufficiali ed un agente dello stesso Corpo, entrambi difesi dall'avvocato Vincenzo Megna.
Con l'esclusione di Troia, che ha dovuto rinunciare per motivi di salute, gli altri tre si sono sottoposti questa mattina all'esame, rispondendo alle domande del Pm, del legale di parte civile e dei loro legali. Lo hanno fatto nel corso di una udienza occupata anche dall'escussione di un tecnico comunale e di uno degli intestatari di alcuni mezzi.
L'imputazione è relativa ad alcune condotte di cui avrebbe fatto le spese nel 2015 Claudio Lubrano, presidente della Pro loco, rappresentato dall'avvocato Ettore Marcarelli.
Attenzione puntata, in particolare, sul controllo operato su tre automezzi in uso alla Pro loco, con altrettante multe, per l'assenza della copertura assicurativa, elevate nei confronti di Lubrano, che, pur avendo un garage ed un giardino non sarebbe stato nominato custode giudiziario dei veicoli, prelevati da un carroattrezzi e trasportati presso un deposito giudiziario.
Al solo Iannotta, poi, viene addebitato anche un altro abuso d'ufficio: oltre a non aver invitato Lubrano, durante il primo controllo, a presentarsi presso l'ufficio dei vigili per esibire i documenti, e pur sapendo – secondo gli inquirenti – che lo stesso Lubrano non era il proprietario dei mezzi, e che aveva instaurato un procedimento giudiziario per la legittimità delle sanzioni subite, avrebbe formato e sottoscritto tre verbali da 436 euro ciascuno, sostenendo che le somme erano dovute per la mancata presentazione di Lubrano, senza un giustificato motivo, entro i 5 giorni dalla notifica dei verbali.