Da Firenze alla Fiorentina: quattro anni per chiudere cerchi intorno al...nulla. Già, perché lo schiaffo del San Paolo contro la viola, a quatto anni da quello di Firenze contro la stessa squadra, parliamoci chiaro, è tutto fuorché inatteso.
E chi dice il contrario mente. Ed intorno alla menzogna, o almeno intorno a una narrazione completamente sbagliata, sicuramente tossica, probabilmente deleteria muovono le ragioni del perché, da Firenze 2018 a Napoli – Fiorentina 2022 il Napoli fallisce puntualmente ogni occasione che potrebbe portare a una vittoria.
E' venuto meno ogni volta il Napoli, quasi a mettere le mani davanti: “Non aspettatevi nulla eh!”.
E' un meccanismo molto più antico di questo Napoli – Fiorentina, che passa per Supercoppe buttate, per ammutinamenti estemporanei, per un Napoli – Verona dei misteri e poi per Napoli – Empoli e Napoli – Spezia, per Milan – Napoli e così via: l'eterno ritorno del fallimento.
L'eterno ritorno di una ritualità stanca che contribuisce, forse, alla mollezza con cui la squadra puntualmente affronta le gare che contano: una vittoria importante, magari due di seguito, la fanfara che va giù di voce e di inchiostro a magnificare la qualunque.
Il mister? “Ah, lui sì che ha conferito mentalità vincente...non come quello di prima” parole naturalmente dette anche di quello di prima, ça va sans dire.
Una vittoria sofferta? “Ah queste gare l'anno scorso si perdevano”, poi perdi in casa con Empoli e Spezia, ma non fa niente, si dice comunque.
Il giocatore X azzecca una giocata? “Sta mostrando una maturità che gli altri anni non mostrava”, salvo poi scomparire o rifare i soliti errori.
Guai a dirlo però: l'indiscutibile eredità di Pierpaolo Marino in termini di patrimonio tecnico, da Lavezzi ad Hamsik, passa decisamente in secondo piano rispetto a quella lessicale, col termine “Solone” ormai pronto all'uso, innaturale o meno.
E naturalmente metterci dentro pure un po' di complottismo, che non guasta mai: “Figuriamoci se ci faranno vincere lo scudetto”, che ricordando gente troppo vicina ai falli la tentazione viene pure, ma a vedere il gol di Ikonè pare evidente che se pure qualcuno aveva idee sabotatorie non si è dovuto prendere il disturbo di metterle in atto, ci ha pensato abbondantemente il Napoli.
E allora giù a dire che in fin dei conti sei in Champions dopo due anni, che è verissimo, e va benissimo, ma che diventa ancora parte del rituale di cui sopra, con la spugna assolutoria (ed autoassolutoria) che contribuisce probabilmente all'humus deleterio che di fatto, e a ben vedere rispetto agli anni in A, ormai tanti, sembra rendere la vittoria impossibile per il Napoli e per Napoli.
Vittoria, è giusto dirlo per onestà, visto che quanto si sta contestando è l'esatto opposto in termini narrativi, che sarebbe stata possibile esclusivamente per l'assoluta mediocrità di un campionato in cui le tre pretendenti principali mettono assieme toppe continue, e che solo la mediocrità ha reso avvincente fino all'ultimo.
Per carità: gli albi d'oro dopo tempo dicono chi ha vinto, non come e quanto performante fosse il torneo, ma è doveroso dire che se sei in corsa dopo aver perso in casa due gare consecutive con Empoli e Spezia non è esattamente la Premier League...e nemmeno la Bundesliga per intenderci.
E magari contro lo Spezia ci perde anche l'Inter e pure il Milan fa un altro passo falso e il Napoli resta in corsa in un campionato che più che Serie A si dovrebbe chiamare Benny Hill Show: ma la sensazione è che se dovessi rivelarsi decisiva, poi, Napoli – Rappresentativa scolastica, la rappresentativa scolastica avrebbe vita facile.
E nel day after al fallimento contro la rappresentativa scolastica si troverebbe il modo di giustificare la debacle, arrampicandosi su specchi improbabili che riflettono, inevitabilmente perché se di rituale si parla tutti i riti devono essere messi in mezzo, Gela, Paestum, i palloni, Corbelli, Naldi ecc. ecc.
In campo ci vanno i giocatori, certo, non le narrazioni: ma illusione per illusione, se ci si illude di poter vincere lo scudetto perché non illudersi pure che contino i riti, che conti il modo di raccontare, che contino le narrazioni?