Caserta

L'attività dei clan di camorra nella provincia di Caserta "continua a sussistere grazie a quegli imprenditori da sempre abituati ad avvalersi della mediazione dell'organizzazione criminale e dei consistenti capitali investiti nelle attività imprenditoriali dai clan che, in tal modo, governano direttamente o indirettamente alcuni processi economici, interferendo spesso pesantemente anche nei meccanismi decisionali della pubblica amministrazione".

E' quanto si legge nella relazione semestrale della Dia nella parte relativa alla criminalità organizzata in Campania e, in particolare, alla provincia casertana. Le più recenti attività investigative confermano "l'elevata capacità di penetrazione nella cosa pubblica della criminalità casertana e in special modo quella riconducibile al cartello dei Casalesi al fine di inserire proprie aziende in comparti strategici come quelli della grande distribuzione, del ciclo dei rifiuti e della raccolta delle scommesse.

Non di rado imprenditori collegati alla criminalità organizzata interagirebbero direttamente con funzionari infedeli della pubblica amministrazione in una prospettiva di comune profitto specialmente negli appalti per la realizzazione delle grandi opere".

Alcuni dei clan presenti nella provincia di Caserta, spiega il rapporto Dia, sono aggregati "in una sorta di federazione riferita ai Casalesi", ma i componenti del cartello criminale "non possono oggi essere considerati come fenomeno unitario, quanto piuttosto come intranei a un'organizzazione non conflittuale composta da famiglie storiche e tuttora vitali dell'area casertana. Ciascuna consorteria avrebbe continuato a mantenere sul proprio territorio di