Benevento

Avevano chiesto, attraverso i loro legali, che la Cassazione annullasse la sentenza con la quale erano stati condannati a restituire le somme percepite come risarcimento e a pagare anche le spese di giudizio. Un ricorso accolto solo per l'ultimo motivo- quello delle spese di giudizio, appunto -, sul quale dovrò nuovamente pronunciarsi il Tribunale civile di Benevento. E' la decisione assunta per ventisette cittadini che avevano citato la Vodafone per interruzione del servizio di telefonia mobile nel periodo dal 3 al 17 febbraio 2012.

Il giudice di pace di Montesarchio aveva ordinato che la compagnia telefonica versasse, per ciascuno dei clienti, 140 euro a titolo di «indennizzo» per inadempimento contrattuale e 200 euro per «danni esistenziali», oltre alle spese.

Nel marzo del 2019, però, il Tribunale sannita aveva integralmente riformato la sentenza, per la mancata prova, da parte dei ricorrenti, della titolarità delle utenze telefoniche cui erano riferite le pretese. Semaforo verde per la Vodafone, alla quale era stato stabilito che dovessero essere restituiti i soldi intascati dai cittadini, condannati a pagare le spese dei due gradi del giudizio, liquidate, per il primo grado, in 7mila euro per compensi, oltre a 200 euro per esborsi, e, per l'appello, in 15mila euro per compensi e 400 euro per esborsi.

E' quest'ultimo il capitolo che ha ottenuto il sì della Cassazione, secondo la quale le spese del giudizio di primo grado andavano liquidate facendo applicazione della disciplina vigente al momento della pronuncia riformatrice. La palla, dunque, torna al tribunale di Benevento in una diversa composizione.