Benevento

Il fatto non sussiste. E' la formula con la quale il Tribunale (presidente Rotili, a latere Monaco e Nuzzo) ha assolto i quattro sindaci fortorini – i fatti vanno fino all'ottobre del 2015 - che nel 2020 erano stati rinviati a giudizio per disastro colposo e omissione in atti di ufficio. Questo pomeriggio la sentenza che ha riguardato Olindo Vitale (Montefalcone), Zaccaria Spina (Ginestra degli Schiavoni), Luigi Paragone (San Giorgio La Molara) e Assunta Gizzi (Montefalcone). Accolte le conclusioni dei difensori: gli avvocati Roberto Prozzo (per Vitale) e Luca Cavuoto, per Paragone, Gizzi e Spina ( con il collega Mario Spina).

Secondo gli inquirenti, i sindaci non avrebbero adottato gli interventi “di somma urgenza”, per rimuovere lo “stato di pregiudizio alla pubblica incolumità”, necessari per la sistemazione idraulica dell'alveo del torrente La Ginestra, nel quale sarebbe stata consentita la realizzazione di opere – una strada - che avrebbero impedito il regolare deflusso delle acque. Tutto ciò avrebbe causato nei territori di competenza eventi franosi dal 2006 fino all'alluvione dell'ottobre 2015, “con conseguente isolamento dell'abitato, dei terreni limitrofi e delle aziende agricole”.

Dieci cittadini di San Giorgio La Molara e Ginestra si erano costituti parti civili con l'avvocato Fabrizio Crisci.

Il pm Giulio Barbato aveva proposto quattro condanne alle seguenti pene: 2 anni e 7 mesi a Olindo Vitale, 2 anni a Spina, 1 anno e 7 mesi a Paragone, 1 anno, e non per omissione, a Gizzi.