"In totale nel corso delle indagini abbiamo recuperato circa 260 volumi antichi provenienti dalla biblioteca Mancini di Ariano Irpino, oltre 21 reperti storico archivistici marmorei della diocesi, oltre 300 pagine smembrate da libri antichi, alcuni dei quali ancora presenti in biblioteca."
E' il primo bilancio del recupero effettuato dai carabinieri tutela patrimonio culturale di Roma, illustrato in maniera puntuale dal capitano Saverio Loiacono, comandante della sezione antiquariato presente nel museo civico di palazzo Forte ad Ariano Irpino insieme al generale Roberto Ricciardi e al procuratore della repubblica di Benevento Aldo Policastro e al sostituto Maria Amalia Capitanio.
Indagini avviate nel 2017 a seguito di un cospicuo numero di volumi in possesso di un collezionista di Ariano Irpino, alcuni dei quali provento del furto di più di 600 testi , scoperto e denunciato nel marzo del 2015 dalla direttrice della biblioteca Mancini. Da qui la ricostruzione della filiera di smercio che ha consentito di denunciare numerose persone ed eseguire una misura degli arresti domiciliari da parte del tribunale di Benevento su richiesta della procura. Ed è proprio in quell'anno che vi fu a più riprese un appello agli organi inquirenti e al comune attraverso la stampa da parte del compianto Giovanni Maraia.
Il consistente patrimonio storico culturale viene oggi restituito alla comunità di Ariano Irpino ed affidato al sindaco Enrico Franza e al vescovo Sergio Melillo pur essendo le indagini ancora in corso. Entrambi potrebbero costituirsi parte civile.
"E' un bene pubblico, un bene comune, articolo e culturale importante - ha detto il procuratore Policastro - che viene restituito alla comunità di Ariano Irpino dopo un lungo percorso. C'è stata una grande attività investigativa da patte del nucleo tutela beni culturali. Un grazie lo rivolgo al sindaco che si è reso disponibile ad accettare in custodia questi beni e alla soprintendenza che ha dato il suo consenso. Siamo felici di aver fatto un passo importante per questa comunità. Un'operazione articolata che ha riguardato tutto il territorio nazionale, si tratta di una parte soltanto del materiale recuperato. Ci sono altri beni romani, di altri musei, che verranno man mano restituiti. Abbiamo dovuto ricostruire dalla partenza a tutto il percorso che ha visto diffondere su tutto il territorio nazionale, i beni trafugati alla comunità di Ariano Irpino."
I dettagli dell’operazione sono stati illustrati stamane nel corso di una conferenza stampa nella sala conferenze del Museo civico e della ceramica di Ariano Irpino, alla presenza del vescovo della diocesi di Ariano Irpino-Lacedonia Sergio Melillo, del sindaco di Ariano, Enrico Franza, destinatari dei provvedimenti di affidamento.
La nota della procura: "I beni, sono costituiti da volumi antichi, documenti archivistici, reperti archeologici e beni ecclesiastici, trafugati dalla Biblioteca comunale Pasquale Stanislao Mancini, dal Museo civico e della ceramica di Ariano Irpino e dal locale Museo Diocesano. Più nel dettaglio, si tratta di oltre 250 volumi di epoca compresa tra il XVI e il XX sec., trafugati dalla Biblioteca Mancini e dal Museo Civico di Ariano Irpino, oltre 300 pagine spurie strappate da volumi antichi della Biblioteca Mancini, alcuni trafugati, altri ancora presenti in biblioteca, alcuni documenti archivistici e frammenti archeologici trafugati dal Museo civico e della ceramica, ove erano depositati a seguito delle campagne di scavo nella zona del Castello Normanno condotte dall’Università di Napoli negli anni ’80 e ’90. Ed ancora, 3 volumi antichi, di epoca compresa tra il XVI e il XVIII secolo e 3 documenti archivistici provenienti dalla biblioteca e dall’archivio della Diocesi di Ariano Irpino – Lacedonia, 21 beni storico-artistici di natura ecclesiastica, tra cui elementi marmorei, reliquie, ornamenti sacri, trafugati dal Museo Diocesano di Ariano Irpino tra il 2005 e il 2018.
Le indagini sono state avviate nel 2017, quando militari della sezione antiquariato del reparto operativo dei carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale hanno rinvenuto, nella disponibilità di un collezionista di Ariano Irpino, un cospicuo numero di volumi antichi, alcuni dei quali provento del furto di più di 600 esemplari, scoperto e denunciato nel marzo del 2015, dalla direttrice della Biblioteca Mancini. Le successive investigazioni, coordinate dalla Procura della Repubblica di Benevento, hanno permesso di ricostruire un’intera filiera di smercio di tali beni librari, consentendo di identificare e denunciare numerose persone, detentrici delle centinaia di esemplari sequestrati, e di acquisire numerosi riscontri alla iniziale ipotesi investigativa.
Nel corso delle indagini preliminari il 20 novembre 2020 veniva eseguita dai militari del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, coadiuvati da personale del Comando Compagnia Carabinieri di Ariano Irpino, una misura cautelare degli arresti domiciliari emessa dal Tribunale di Benevento, Ufficio Gip su richiesta della Procura della Repubblica di Benevento, nei confronti dell’allora responsabile della segreteria e della biblioteca del centro Europeo di Studi Normanni di Ariano Irpino.
Ovviamente il provvedimento all’epoca eseguito è una misura cautelare, disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione, e i destinatari della stessa all’epoca erano persone sottoposte alle indagini ed oggi imputati davanti al Tribunale di Benevento, quindi presunti innocenti fino a sentenza definitiva.
Nel corso delle numerose perquisizioni eseguite a carico delle persone coinvolte, sono stati complessivamente rinvenuti e sequestrati:
259 volumi della Biblioteca Mancini e del Museo Civico di Ariano Irpino, 316 pagine strappate da volumi antichi della Biblioteca Mancini, alcuni trafugati, altri ancora presenti in biblioteca, pagine ritrovate all’interno degli uffici della cooperativa che gestisce i servizi culturali del Museo Diocesano, 21 beni di natura ecclesiastica trafugati dal Museo Diocesano di Ariano Irpino, tra cui elementi marmorei costituenti parti di altari smembrati, 5 documenti archivistici provenienti dal Museo Civico e dell’Archivio Diocesano, tra questi l’ “inventario delle sacre reliquie e dei sacri arredi della chiesa Cattedrale di Ariano Irpino”.
Questo elemento - si legge in un passaggio dell’Ordinanza del Gip - appare particolarmente significativa poiché attraverso la consultazione di tale documento l’indagato era in grado di individuare gli oggetti e gli arredi sacri di maggior pregio e valore economico, per poi acquisirli illecitamente ed immetterli nel mercato;
52 beni librari risultati provento di vari furti commessi ai danni di biblioteche di vari enti civili ed ecclesiastici dislocati nelle province di Napoli, Benevento, Roma e Pisa, 4 beni storico-artistici provenienti dal Museo della Civiltà Normanna di Ariano Irpino, 1 pistola antica, 73 reperti di natura archeologica di epoca compresa tra l’età del bronzo (II millennio a.C., al IV sec. d.C., di produzione romana, campana e apula;
5 monete in bronzo risalenti al XIII/XIV sec., provenienti da scavi clandestini nell’Italia meridionale;
1 esemplare di testuggine marina imbalsamata, della specie “eretmochelys imbricata”, specie protetta dalla convenzione internazionale Cites (Reg. CE nr.338/1997, Legge 150/1992).
A breve saranno restituiti anche gli altri volumi antichi in sequestro, provenienti da varie biblioteche del territorio nazionale, tra cui: Biblioteca Nazionale di Napoli, Scuola Superiore Normale di Pisa, Convento di Sant’Antonio di Afragola, Biblioteca diocesana Pacca di Benevento, Provincia dell’Ordine dei Frati Minori di Benevento, Pontificia Università Urbaniana di Roma, Pontificio Ateneo di S. Anselmo a Roma. Saranno infine proposti per la confisca i reperti archeologici, la pistola e la testuggine marina.
Di fondamentale importanza per l’individuazione di tutti i beni è risultata la comparazione delle immagini degli oggetti sequestrati con quelle contenute nella “Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti”, gestita dal Comando TPC, il più grande database del mondo, con oltre 6 milioni di beni culturali censiti, sancita dall’art.85 Codice beni culturali e del paesaggio D.Lgs.42/2004.
Ma altrettanto fondamentale è risultata la catalogazione dei beni librari della Biblioteca Mancini e dei beni storico-artistici della Diocesi di Ariano Irpino-Lacedonia, svolta in collaborazione con gli organi periferici del Ministero della cultura, in loco oggi rappresentati dalla Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Campania, diretta dal dott. Gabriele Capone e dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Province di Salerno e Avellino, diretta dalla dott.ssa Raffaella Bonaudo."