L'Associazione Nazionale dei magistrati (Sottosezione di Avellino) esprime sconcerto per quanto accaduto al magistrato avellinese Paolo Cassano, gip del tribunale di Avellino. Il giudice tribunale di Avellino, è stato destinatario di gravissime minacce di morte da parte di un indagato – già detenuto in carcere in virtù di una precedenza ordinanza emessa dallo stesso magistrato. Quando i carabinieri di Avellino gli hanno notificato la nuova ordinanza, con un’accusa di detenzione di armi, il detenuto ha iniziato ad inveire, minacce e parole violente diretti proprio al gip Cassano, firmatario del provvedimento . “Gli sparo in testa” avrebbe detto tra le altre cose, e così i militari dell’Arma hanno riportato quelle parole in una relazione di servizio. La comunicazione della notizia di reato è stata trasmessa alla Procura di Roma che ha competenza sui reati che riguardano i magistrati ed il il sostituto procuratore Francesco Dall’Olio ha aperto un fascicolo. Concluse le indagini preliminari, il 40enne avellinese è indagato per i reati di minaccia aggravata e minaccia aggravata ad un magistrato durante le indagini.
«L’Anm – si legge nel comunicato a firma del presidente Fabrizio Ciccone, è certa che il grave episodio non condizionerà l’azione e la serenità del dottore Cassano nel suo quotidiano impegno di affermazione della legalità - anche nella sua delicata funzione di Coordinatore dell’Ufficio Gip – Gup -, nonché la determinazione di tutti i Magistrati irpini che, come sempre, continueranno ad esercitare la propria funzione a tutela dei cittadini, senza farsi distogliere dalla loro opera di efficace e serena applicazione della legge. La Sottosezione auspica, infine, che le Autorità competenti sapranno adottare ogni cautela idonea a garantire la personale incolumità del magistrato Cassano, e nel contempo, ritiene necessario un altissimo livello di attenzione da parte di tutti per contenere i propositi ritorsivi della criminalità organizzata e non nei confronti di tutti quei Magistrati impegnati, con dedizione e professionalità, nell’amministrazione della giustizia e nel contrasto ad ogni forma di illegalità».