Benevento

Il Benevento ha promosso un’altra iniziativa per favorire un afflusso maggiore allo stadio. Si chiama “E’ tempo di crescere insieme” e permetterà a tutti gli studenti di ogni ordine e grado, così come ai lavoratori di aziende associate a Confindustria, di poter acquistare il biglietto delle prossime quattro gare casalinghe a prezzi molto vantaggiosi. L’intento del club è anche quello di permettere alle nuove generazioni di avvicinarsi ai colori giallorossi, come tra l’altro fatto con grande successo nell’evento di giovedì pomeriggio tenutosi al Vigorito con i piccoli dell’asilo Felicidad. Tutto questo in un periodo storico in cui le presenze allo stadio sono tornate al minimo. Un argomento delicato, più volte oggetto di riflessione da parte degli addetti ai lavori e dei semplici tifosi. C’è stato un decremento netto, ma occorre sottolineare che la tendenza negativa non è solo relativa al Benevento ma è una costante su tutto il territorio nazionale.

Nella stagione 2018/2019, l’ultima non condizionata dalla pandemia, in serie B si registrava una media di 7412 spettatori a partita. Il club giallorosso era addirittura al di sopra di questo dato, con la presenza di ben 10669 spettatori costanti al Vigorito. Nell’annata successiva, 2019/2020, si è registrato un piccolo decremento del 7% in seguito alla sconfitta nei play off col Cittadella, con una media di 9914 spettatori a partita. C’è da dire che nell’ultima fase del campionato si giocò a porte chiuse a causa del Covid; quindi, possiamo ben immaginare ben altri numeri con un Benevento proiettato verso la promozione in serie A e con l’aritmetica arrivata proprio tra le mura amiche contro la Juve Stabia. Da quel momento c’è stata una continua discesa, passando alla media attuale di 3553 spettatori a partita. Un calo di oltre seimila presenze. È importante sottolineare che si tratta di un numero in linea con l’andamento del campionato, la cui media è ferma a 3778. Ma cosa ha causato l’allontanamento di 7mila spettatori dal Benevento? Perché, nonostante l’escalation nel calcio che conta, non si è riusciti a implementare il “solito” zoccolo duro? 

I NUMERI – All’inizio dell’era Vigorito, quindi dalla stagione 2006/2007, la media era di 3322 tifosi a partita, simile a quella attuale. Tra alti e bassi, la base degli spettatori a Benevento si è aggirata sempre attorno a questo dato. Il numero più alto in Lega Pro è stato registrato nell’anno della promozione in serie B (4189), mentre non si è mai fatto peggio della stagione 2011/2012 (post sconfitta nei play off con la Juve Stabia), in cui ci si è fermati a quota 2689 spettatori a partita. L’accesso al torneo cadetto ha portato a un aumento del 94%, con la presenza costante di 8130 tifosi. Un dato che è salito, ovviamente, con la promozione in serie A che ha portato a una media di 12132 spettatori. Con la prima retrocessione c’è stato un decremento del 12% (10663) e poi ancora giù del 7% nella stagione successiva (9914). 

LE CAUSE – Brutto dirlo, ma il Benevento è stato sfortunato nell’essere arrivato nel gotha del calcio italiano in un periodo storico complicato. Innanzitutto, le televisioni rappresentano croce e delizia del sistema perché da un lato riempiono le tasche dei club, ma dall’altro spingono i tifosi a restare comodamente sul divano di casa. Quanto conviene pagare svariati abbonamenti mensili per vedere il calcio e poi acquistare anche i biglietti (non propriamente economici se si hanno figli e mogli a carico) per lo stadio? E poi c’è da dire che la pandemia ha stravolto la mentalità delle persone. L’intento non è quello di focalizzare l’aspetto sociologico, ma ciò che prima era una priorità adesso lo è di meno. È cambiata la scala dei giudizi di valore. Senza parlare di mascherine (con rischio multa) e green pass che hanno reso il tutto ancora più complicato. Un discorso che rischia di allargarsi con lo sviluppo della guerra in Ucraina. Poi ci sono anche quelli mossi dalla scusa del risultato, ma sono poco giustificabili perché il sostegno è a prescindere da quanto si sviluppa sul terreno di gioco. Ciò che sta raccogliendo il Benevento è al di sopra degli standard calcistici della realtà sannita. Con le dovute proporzioni, è come se il Napoli vincesse continuamente lo scudetto. Quindi cosa fare? Mandare tutto all’aria? Bene sta facendo la società a richiamare le giovani generazioni (quelle che ormai spingono i grandi ad andare allo stadio, non più il contrario come un tempo) così come a promuovere continue iniziative per favorire un aumento maggiore di spettatori allo stadio. La stessa non ha nulla da rimproverarsi per la stagione che al momento rispecchia i proclami fatti in estate. La speranza è che, con l’avvento della Primavera (perché sì, incide anche il clima) possa esserci un aumento sostanziale nelle prossime settimane. Perché la Strega, a dirla tutta, non ha mai avuto così bisogno della sua gente.