Falso ideologico in atto pubblico: assolto perché il fatto non sussiste. V.S. 64enne, originario di Vico Equense era stato tratto a giudizio davanti al tribunale di Avellino, per aver attestato falsamente nella dichiarazione di residenza, resa ex art. 76 del D.P.R. 445/2000, all’ufficio anagrafe del comune di San Martino Valle Caudina, di dimorare nel centro irpino. Ma con l’epilogo del processo di primo grado, l’uomo, difeso dall’avvocato Angelo Polcaro, è stato assolto con formula piena. V.S. aveva preso in fitto un immobile, sito nei pressi della stazione ferroviaria del centro caudino ed aveva chiesto al comune di San Martino Valle Caudina di potervi trasferire la propria residenza. A tal fine aveva predisposto un’apposita autocertificazione nella quale asseriva di dimorare stabilmente ed in via esclusiva nell’immobile locato.
Circostanza rivelatasi mendace, atteso che, negli accertamenti di rito da parte della polizia municipale, per ben 6 volte il 64enne non veniva ritrovato in quella che, a suo dire, doveva essere la sua nuova abitazione. Inoltre, gli inquirenti, avevano appurato che l’immobile, non solo non era abitato stabilmente dall’uomo, ma non era neanche servito dalle utenze domestiche (acqua, luce e gas) che mai erano state attivate. Per questo motivo, il 64enne fu deferito all’autorità giudiziaria, con l’accusa di “falso ideologico commessa dal privato in atto pubblico”.
Ma durante l’istruttoria dibattimentale, la difesa dell’imputato è riuscita a dimostrare la totale insussistenza dell’ipotesi accusatoria, facendo emergere come nella dichiarazione fidefaciente resa dall’uomo, non vi fosse dolo, posto che dopo aver redatto il documento di residenza ritenuto mendace dagli inquirenti, non era stato rinvenuto nell’abitazione presa in fitto solo per problematiche contingenti, tenuto conto peraltro che a distanza di qualche mese, dalla denuncia rimediata, dopo l’esperimento di ulteriori controlli, il comune di San Martino Valle Caudina aveva concesso la residenza a V.S. Pertanto in accoglimento delle istanze avanzate dalla difesa dell’imputato, rappresentata dall’avvocato Angelo Polcaro – nonostante la richiesta di condanna formulata dal pubblico ministero – il tribunale di Avellino, in composizione monocratica, presieduto dal giudice Sonia Matarazzo, ha mandato assolto l’uomo con formula piena perché il fatto non sussiste.