Avellino

Venerdì si insedia ad Avellino la Conferenza d’ambito, primo passo verso la nascita dell’Ato dei rifiuti. Sono ore di contatti e consultazioni tra i sindaci, chiamati ad eleggere la terna dei rappresentanti, cui spetterà guidare il cantiere della autorità ambientale. La seduta inaugurale sarà presieduta dal sindaco di Avellino, Paolo Foti, che poi lascerà il testimone a quello che sarà il rappresentante eletto. Tra le forze politiche si registra qualche trepidazione, retaggio di un recente passato, quando tra la fine degli anni ‘90 e il primo decennio del 2000, erano i Cda dei Consorzi di Smaltimento a orientare le politiche (anche sotto il profilo industriale) in materia di rifiuti.

 

Oggi, con la gestione obbligatoria in forma associata, la responsabilità e le prerogative restano in capo ai sindaci, che possono esercitarla anche a livello di sub-ambito. Presidente e vicepresidenti svolgeranno funzioni di coordinamento, all’interno di un Direttivo che comprenderà anche gli eventuali rappresentanti degli Sto, i sub ambiti appunto. In questo senso, la discussione in atto a piazza del Popolo in difesa di una generica gestione pubblica (non meglio precisata), appare prematura, alla luce dei paletti che il sindacato, oltre che le stesse autonomie locali, pongono dal 2010, da quando il peso tariffario sulle spalle degli utenti è cresciuto al punto da sollevare clamorose forme di protesta e malcontento diffuso. Prima di stabilire l’identikit del possibile gestore (o dei gestori, questo lo deciderà la Conferenza e non il presidente), occorrerà infatti delineare i servizi di igiene urbana e il sistema dello smaltimento, quindi prefigurare i tetti per il costo (con riferimento anche agli investimenti) e per le tariffe. La Cisl lo ha chiarito nella nota con cui è intervenuta sulla questione (vedi il box a lato). Sì alla gestione pubblica ma soprattutto occhio ai costi e alle tariffe, considerando che il personale non può essere toccato per legge.

 

Quanto alla terna che dovrà presiedere la Conferenza d’ambito, le due principali città, Avellino e Ariano, difficilmente potranno rientrare. Nel caso del Capoluogo, Paolo Foti ha assunto l’impegno del passo indietro con le opposizioni in Consiglio comunale (prima di essere boicottato nella corsa elettorale alla Provincia da cinque consiglieri della sua maggioranza), mentre Domenico Gambacorta è presidente a Palazzo Caracciolo. Considerando che le cariche si intendono gratuite, perché destinate ai sindaci già retribuiti con le indennità di funzione, a questo punto si apre lo spazio per amministratori locali dei centri medi e piccoli. Tra i nomi, circolano quello di Ferruccio Capone (Fi), sindaco di Montella e già vicepresidente dell’assemblea all’Ato idrico, ma anche di Beniamino Palmieri, sindaco di Montemarano (Pd).