Un anno e tre mesi di reclusione, oltre a 2.500 euro di multa, per aver introdotto in un centro di detenzione materiali non consentiti.
È la condanna inflitta in primo grado a una donna, 34 anni, dal Tribunale di Avellino riunito in composizione collegiale e presieduto dal giudice Lucio Galeota, a latere Gennaro Lezzi ed Elena Di Bartolomeo.
La donna, infatti, avrebbe cercato di far entrare circa 5,83 grammi di hashish e alcune sim telefoniche nel carcere di Bellizzi Irpino.
Quel giorno del 2020 il pacco portato dalla signora viene sottoposto dagli addetti della polizia penitenziaria ai soliti controlli di routine. Gli agenti rinvengono, nascosti all'interno di alcuni pezzi di carne, la confezione con la sostanza stupefacente e le sim telefoniche.
Questa mattina in aula è stato ascoltato Lucio Formato, l'agente di polizia penitenziaria che si è occupato di sottoporre il pacco a sequestro e di predisporre le analisi sulla sostanza.
Il pacco, destinato al marito della donna, delineava una situazione più che chiara, tanto che la donna, nonostante il suo avvocato abbia cercato di sostenere la tesi secondo la quale in carcere ci sarebbe la consuetudine che una volta superato il peso massimo di 20 kg mensili consentiti a ogni detenuto, questi ricorrano all'aiuto altri detenuti per l'introduzione di viveri dall'esterno, il giudice ha sostenuto la colpevolezza della donna, allegerendo però la richiesta del pm di 2 anni e 6 mesi di reclusione, oltre a 20mila euro di multa.
Avellino, droga e sim telefoniche in carcere: la condanna per moglie di detenuto
Aveva nascosto la droga in pezzi di carne e recapitato il pacco al marito in carcere
Martina Barca