(ch.ma.) - E’ stato avviato dalla Regione Campania il procedimento di riordino delle funzioni provinciali non fondamentali, in attuazione dell’accordo tra lo Stato e le Regioni (legge 56/2014, disposizioni su città metropolitane, province, unioni e fusioni comunali). E’ stato pubblicato sul Burc il disegno di legge che dà impulso in Campania alla riforma nazionale (la cosiddetta Delrio), in attesa che l’Osservatorio Nazionale completi la individuazione delle funzioni fondamentali dei diversi livelli amministrativi.
Il disegno di legge in questa fase transitoria, limitandosi a seguire l’indicazione generica contenuta nella legge Delrio, impegna la Regione a delineare un primo minimo riordino «in modo da assicurare una riduzione dei costi necessari allo svolgimento delle funzioni amministrative sovracomunali», cosiddette di area vasta. In questa direzione, il disegno di legge propone alla giunta regionale cinque azioni, su cui aprire il confronto per quanto di competenza con le autonomie locali e il sindacato, prima di presentare uno o più disegni di legge, finalizzati «ad un riordino delle funzioni provinciali non fondamentali per settori organici».
L’obiettivo è «consentire l’approvazione delle leggi in Consiglio entro il termine dell’attuale legislatura regionale», ragionevolmente prima dell’avvio della campagna elettorale, ad aprile. Le azioni proposte riguardano la soppressione delle funzioni desuete (previste, ma non esercitate), l’attribuzione su base interprovinciale di altre competenze, ma anche lo spostamento di altre funzioni in capo alla Regione. In questo caso, si ammette, «diversamente da altre regioni la Campania non ha nel passato decentrato e ciò rende difficilmente perseguibile la strada di una chiamata in sussidiarietà delle funzioni provinciali...». Tra le azioni previste, una potrebbe sollevare polemiche, alla luce della recente norma regionale specifica per il ciclo integrato dei rifiuti.
Si propone «la soppressione degli enti», consorzi, aziende e società, «e delle agenzie regionali che svolgono funzioni di organizzazione dei servizi di rilevanza economica in ambito provinciale o subprovinciale». Nella relazione illustrativa si fa riferimento agli Ato che, come quelli dei rifiuti, non abbiano un bacino territoriale superiore al territorio provinciale». Il testo pubblicato ieri sul Bollettino regionale andrà ora al vaglio del presidente e del consiglio regionale per i passaggi successivi. I tempi sono comunque stretti.