Continuano ad essere registrati al Paladelmauro di Avellino i profughi in fuga dalla guerra in Ucraina. Storie di donne, bambini e anziani, che fuggiti dalle città devastate da bombe, violenza, spari e soldati russi. In attesa c’è anche Claudia, 83 anni, e la tristezza negli occhi e nel cuore per essere scappata lasciando tutta la sua vita, i suoi ricordi nella sua Kiev. Ad accompagnarla nel centro del palazzetto per la registrazione è Svetlana, che traduce il suo racconto, fatto di paura e dolore. “E’ una donna molto forte – racconta Svetlana -. Lei stessa ci da forza, per superare l’angoscia e paura di queste lunghe settimane di guerra e morte”. Claudia nella fuga ha portato con se e lo tiene sempre stretto al petto un piccolo cucchiano d’argento. E’ una piccola posata con cui suo zio la imboccava piccolissima prima di partire per la guerra e morire. “Sono scappata con uno zainetto, in cui ho infilato solo i documenti– racconta Claudia -. La storia, purtroppo si ripete.. E’ difficile per una persona della mia età avere il coraggio di lasciare tutto, per provare a salvarsi la vita. Nella mia terra ho lasciato mio figlio, che combatte e una sorella più anziana di me, che non è riuscita a fuggire. Spero di rabbracciarli, ma temo di non riuscirci. Sono anziana e penso al peggio. Con me ho portato un piccolo cucchiaino da thè che stringo al petto, nei momenti difficili. Era il cucchiaino con cui mio zio mi imboccava piccolissima, prima di partire per la guerra, per il secondo conflitto mondiale. Di lui non ho ricordo memoria, ero troppo piccola. Si chiamava Ivan, morì in Ungheria. Mia madre mi ha sempre parlato di lui, raccontato di quel cucchiaino, che ora per me è simbolo di speranza e di vita”.
In fuga dalla guerra ad 80 anni: "Con me solo un cucchiaino, vi spiego perché"
La storia di Claudia, l'anziana scampata alle bombe di Kiev. "Un oggetto prezioso, per sperare"
Simonetta Ieppariello