Sala Consilina

Circa 1000 studenti e studentesse del Vallo di Diano hanno preso parte ieri al corteo di Libera contro le Mafie. E' stata l'occasione per ribadire il ruolo centrale dei saperi nella lotta alle criminalità organizzate, un modo per manifestare contro la dispersione scolastica e le diseguaglianze e per chiedere la pace e il disarmo, "nella convinzione che lottare oggi contro la guerra significhi lottare per cambiare la società e il mondo che ci circonda".

Questa la nota dell'Unione degli Studenti: "Questo ha rappresentato per noi il momento per far sentire chiara la nostra voce rispetto a cosa significhi, oggi, fare antimafia sociale nei nostri territori, prendendosi cura di questi.

Il Vallo di Diano, troppo spesso considerato un luogo privo di infiltrazioni mafiose e un’oasi idilliaca in cui crescere, è in realtà costellato di avvenimenti che ci riportano alla realtà. Solo negli ultimi anni, numerose inchieste hanno portato alla luce situazioni disastrose rispetto al fenomeno dell’interramento di rifiuti a opera mafiosa che ci hanno spinto, come studenti e studentesse, a mobilitarci per chiedere alle istituzioni una risposta reale che ci tuteli e garantisca il nostro diritto a restare.

Inoltre, in una Regione che vede dei tassi altissimi di criminalità e dispersione scolastica, è impensabile credere che le due cose non siano collegate.

Necessario è, quindi, porre al centro la tematica del diritto allo studio e del libero accesso ai saperi ripensando il nostro sistema educativo, al fine di garantire possibilità reali a chi vive in contesti di povertà educativa.

Lottare contro le mafie, per noi, significa anche chiedere a gran voce un diritto allo studio che sia davvero inalienabile e garantito, un reddito che consenta a tutti e tutte di formarsi indipendentemente dalla condizione economica di partenza, scuole aperte, inclusive e accessibili che diventino davvero centri culturali a disposizione della cittadinanza dei territori".