Benevento

L'idea prevedeva, a questo punto, di essersi messi il covid alle spalle, o almeno vederlo in una fase molto residuale come effettivamente ad oggi 9 marzo sta accadendo, e concentrarsi in maniera decisa sulla ripresa. Magari discutendone in maniera anche aspra: dell'utilizzo dei fondi del Pnrr, dei progetti e quant'altro. Ma se il Pnrr resta, e resta fondamentale sfruttarlo al meglio, ad oggi l'asse del dibattito si è spostato in parallelo con quello delle priorità: per il tessuto economico sannita la priorità è di nuovo sopravvivere.
Già, perché la questione, tra rincari di energia, carburanti, materie prime e relative carenze sta diventando drammatica.

DRAMMA STALLE Tanto da far immaginare, alla lunga, conseguenze catastrofiche. Davide Minicozzi, presidente degli allevatori di Campania e Molise che arriva a ipotizzare nel programma di Ottochannel 696, nella puntata di Campania 4.0 che andrà in onda domani: “Se dovesse continuare così a fine anno molti allevamenti dovranno chiudere, altri ridimensionare il numero di capi di bestiame”.
Tradotto: gli animali morirebbero. E' una tesi che viene confermata anche dall'ex presidente di Confindustria Benevento, e attuale presidente di Assalzoo (Associazione Nazionale tra i Produttori di Alimenti Zootecnici), Filippo Liverini: “Se non si attivano canali di approvvigionamento alternativo, sara' inevitabile il blocco della produzione mangimistica, con conseguenze devastanti per gli allevamenti, con la necessita' di abbattimento degli animali presenti nelle stalle e il crollo delle produzioni alimentari di origine animale, come carni bovine, suine e avicole, latte, burro e formaggi, uova e pesce”.
Il motivo è semplice: se una volta il Mezzogiorno era il granaio d'Italia oggi si è perso un campo di grano su cinque, importiamo il 64 per cento dei suo fabbisogno di grano, e il 20 per cento di questa quota arriva dall'Ucraina. Inevitabile andare in affanno.
Ma non solo nel comparto agricolo, che pure è quello che nel Sannio stava dando i risultati più promettenti.

LE ALTRE AZIENDE Biagio Flavio Mataluni, presidente di Confindustria Giovani infatti ha analizzato: “La realtà imprenditoriale italiana è complessa e molto articolata in quel mondo che sta in mezzo tra i consumatori e i produttori di materie prime o erogatori di servizi: imprese di trasformazione, insomma. Imprese, tantissime imprese, che oggi rischiano di andare a gambe all'aria per quanto sta accadendo: i prezzi dei carburanti sono già in decollo, quelli dell'energia idem e temo che presto, prestissimo, assisteremo anche a un boom dei prezzi di quei beni di prima necessità food e non food che faranno crollare il potere d'acquisto. Questo significherebbe una drastica diminuzione dei consumi e ovviamente tantissime aziende che chiudono, migliaia di posti di lavoro persi e una crisi irreversibile che vanificherebbe tutto quanto di buono si è fatto finora per il post pandermia”.
Non solo: anche Luigi Barone dell'area Asi lancia l'allarme sulla situazione.
“Si pensi che l'Asi stessa ha visto aumentare i costi della gestione del depuratore a più del doppio: immaginate le aziende. E per l'Asi di Ponte Valentino parliamo di aziende perlopiù energivore. E' chiaro che così i costi vengono scaricati due volte sul consumatore: una volta con le bollette e una volta con il prezzo del prodotto finale.
Ma in generale per le aziende si crea una situazione assurda, anche per chi non fa produzione per la grande distribuzione: immaginate un'azienda che ha vinto un appalto un anno fa...e ora si ritrova con costi enormemente aumentati rispetto a un anno fa. Cosa fa? Paga la penale o fa comunque il lavoro con guadagni minimi o addirittura andandoci a perdere?”.

CORSA FARE. Per Mataluni serve celerità: “Bisognerebbe innanzitutto far saltare, visto il momento eccezionale, il tappo del patto di stabilità e dar vita a politiche molto espansive. Ma è anche una questione di tempi, quelli della politica tout court non si conciliano affatto con l'esigenza di velocità che il momento richiede”.
Liverini invoca misure per agevolare l'import di Mais: “Misure urgenti per gestire l'emergenza, favorendo l'import di mais per scongiurare il profilarsi di una vera e propria debacle della zootecnia nazionale. Al contempo, chiede di mettere in atto di un piano immediato di incentivi per favorire la coltivazione di ulteriori superfici a mais”.
Dall'Asi Barone analizza invece quanto è importante “Affrontare finalmente il tema dell'energia, anche utilizzando fondi del Pnrr: bisognerebbe creare comunità energetiche a seconda delle peculiarità delle diverse aree industriali: ma il Governo deve intervenire in maniera veloce e decisa, perché di tempo da perdere non ce n'è”