Nocera Superiore

Ci sono nuovi sviluppi nell'inchiesta che lo scorso 26 maggio aveva portato al sequestro di 800 tonnellate di concentrato di pomodoro egiziano contenente pesticidi sopra le soglie consentite. Le indagini coordinate dalla Procura di Nocera Inferiore hanno, infatti, portato all'esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti degli amministratori dell'industria conserviera: A.P.M.T.E. È finito agli arresti domiciliari, mentre per A.D.M. è scattato il divieto di dimora. L'attività è stata eseguita a Nocera Superiore dai carabinieri del Reparto Tutela Agroalimentare di Salerno e dai militari della sezione di polizia giudiziaria della Procura di Nocera Inferiore. Gli indagati sono ritenuti responsabili di commercializzazione di sostanze alimentari nocive, corruzione, rivelazione di segreto d'ufficio e caporalato nel settore agroalimentare. Nell'ambito delle indagini è stato disposto ed eseguito il sequestro preventivo finalizzato alla confisca di 979.803,86 euro, mentre la direzione provinciale dell'Inps di Salerno ha provveduto ad elevare sanzioni amministrative per 275,600,00 euro.

L'operazione ha avuto origine dalle indagini che lo scorso 26 maggio avevano portato al sequestro preventivo d'urgenza di un ingente quantitativo (800 tonnellate) di concentrato di pomodoro di origine egiziana contenenti pesticidi sopra le soglie consentite ed in parte già distribuito sul mercato. Sull'etichetta, tra l'altro, si richiamava all'italianità del prodotto, ingenerando negli acquirenti l'idea che l'intera filiera produttiva del doppio concentrato di pomodoro, a partire dalla materia prima, fosse di origine italiana.

Dalle indagini è emersa anche la corruzione di un funzionario pubblico (D.R.V.), responsabile dell'Ispettorato Centrale della Tutela della Qualità e della Repressione Frodi dei prodotti agroalimentari di Salerno. In particolare gli imprenditori, reiteratamente dal 2018, avrebbero ricevuto dal funzionario informazioni in relazione alle attività investigative volte a riscontrare la salubrità dei prodotti conservieri commercializzati su larga scala in molteplici stati esteri dall'azienda. In cambio avrebbero pattuito l'assunzione per la figlia e del medesimo funzionario, da compiersi all'atto del suo pensionamento.

Alla luce delle rivelazioni sui controlli relativi alla campionatura del prodotto conserviero, è stata accertata la sostituzione da parte degli imprenditori, del concentrato di pomodoro prelevato da analizzare, contenente pesticidi sopra la soglia consentita, con un altro appositamente predisposto, Un'azione di disturbo al tracciamento di prodotti nocivi per la salute pubblica.

Nel corso delle indagini è emersa anche la responsabilità per gli amministratori, titolari dell'industria conserviera, insieme al dipendente D.M. (attinto dalla misura cautelare del divieto di dimora), per il reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. Gli indagati, infatti, con condotte vessatorie, impiegavano lavoratori in condizioni di sfruttamento, ingenerando un forte timore negli stessi in relazione alla loro vulnerabilità. In particolare le vessazioni nei confronti dei lavoratori sottopagati in nero, che percepivano 4.35 euro all'ora, si sono anche concretizzate in turni massacranti di 43 ore continuative di lavoro, con osservazione, videosorveglianza e controllo continuo anche del tempo di permanenza in bagno che, se ritenuto eccessivo, portava alla decurtazione della paga fino ad annullare il pagamento per l'intera giornata lavorativa.