La riabilitazione formale di Giuseppe Conte come presidente del Movimento 5 stelle deve aspettare. Il Tribunale di Napoli ha rigettato l'istanza per revocare l'ordinanza che aveva sospeso lo Statuto e la nomina dell'ex premier come leader dei 5 stelle. Il giudice Francesco Paolo Feo ha fissato per il prossimo 5 aprile l'udienza nel merito.
Secondo Lorenzo Borrè, legale dei tre iscritti al M5s, che presentarono il ricorso contro l'elezione di Conte e contro lo Statuto che lo portò all'elezione nell'agosto dello scorso anno, "i giudici confermano che è illegittima l'elezione di Giuseppe Conte alla presidenza del Movimento 5 stelle". Dietro lo stop dello scorso 7 febbraio da parte del Tribunale di Napoli c'erano una serie di presunti vizi procedurali, primo tra tutti l'esclusione dalla votazione di tutti gli iscritti da meno di sei mesi.
Nell’ultima pronuncia del tribunale di Napoli si legge: “Rilevato che l’istanza in esame si fonda sulla produzione del documento qualificato ‘regolamento’, datato 8 novembre 2018, dunque già da tempo esistente al momento dell’adozione delle delibere impugnate e che avrebbe legittimato l’esclusione dal voto degli iscritti da meno di sei mesi (sicché sarebbe superata, secondo l’istante, la motivazione sulla base della quale il Tribunale è giunto alla pronuncia di sospensione); tale documento, stante quanto prospettato nell’istanza di revoca, non sarebbe stato prodotto prima in giudizio perché, di esso, l’istante Associazione sarebbe venuta a conoscenza solo dopo la pronuncia dell’ordinanza di sospensione”, si legge ancora nella pronuncia dei giudici napoletani.
"Rilevato inoltre che il regolamento in esame risulta già dedotto in controversia, visto che i ricorrenti (contestandone la mancata pubblicazione, la mancanza di data certa ed il fatto che non fosse stato proposto dal Comitato direttivo) avevano già nell’atto di citazione specificamente argomentato su di esso, che pare esser richiamato, anche se solo genericamente e senza indicazione della data di emissione o di altro elemento specificativo, nell’avviso di convocazione dell’assemblea del 17 luglio 2021, in forza del quale erano stati ammessi al voto solo gli iscritti da oltre sei mesi; inoltre, nel verbale di udienza del 2 Febbraio 2022 (innanzi al Collegio, in sede di reclamo), i ricorrenti contestavano ancora che l’avviso di convocazione dell’assemblea faceva riferimento ad un regolamento che doveva esser ritenuto inesistente“.
Alla luce di queste motivazioni, il ricorso dei legali dei vertici del M5S è stato rigettato poiché, si legge ancora, “non sussistono i presupposti per la chiesta revoca”.
Intanto giovedì 10 marzo sulla piattaforma telematica SkyVote è stata convocata l'assemblea degli iscritti grillini per ripetere la votazione sullo Statuto. Il tentativo di "forzare la mano" e riabilitare Conte prima dell'udienza di aprile del Tribunale di Napoli è giustificato dai vertici M5s appellandosi al regolamento adottato dal Comitato di Garanzia l’8 novembre 2018. Quest'ultimo prevede che gli iscritti con meno di sei mesi d'attività non possono votare.
Nella stessa consultazione si chiede agli iscritti di far accedere il Movimento ai benefici previsti dalla legge sul due per mille, iscrivendo il M5S al registro dei partiti. L'assemblea si svolgerà dalle 8 alle 22 del 10 marzo in prima convocazione e poi dalle 8 alle 22 dell’11 marzo in seconda convocazione.
Secondo lo Statuto che sarà rimesso in votazione, il presidente grillino è l'unico "titolare e responsabile della determinazione e dell'attuazione dell'indirizzo politico", invece il Garante è "il custode dei Valori fondamentali dell'azione politica del Movimento 5 Stelle". Qualora il 10 e 11 marzo fossero riconfermato questo Statuto si dovranno rieleggere nuovamente le due figure, ma la scelta di Conte e Beppe Grillo, nel caso, sarebbe scontata.