Piazza del Galdo, frazione di Mercato San Severino, nella bufera la sistemazione del sagrato della Chiesa di San Pietro Apostolo. Non è piaciuto ai cittadini che si chiedono come è possibile definire “intervento di riqualificazione” la barbara rimozione degli antichi basoli in pietra lavica sostituendoli con un massetto in cemento industriale.
Non è piaciuto alla competente Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio che, informata dal Gruppo 5 Stelle di Mercato San Severino, sensibile al malumore della comunità galdese, ha chiesto chiarimenti all’Amministrazione Comunale e al parroco pro-tempore, ricordando che l’antico e monumentale basolato è sottoposto al vincolo di tutela ai sensi del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio e che non risulta alcuna istanza e autorizzazione a una diversa sistemazione del sagrato.
Del resto, poco convincenti sono le motivazione addotte dall’Amministrazione Comunale e sbandierate dal Sindaco Giovanni Romano nel comunicato stampa apparso sul sito del Comune. Per scoraggiare l’occasionale sosta delle auto sarebbe stato sufficiente apporre un divieto di sosta e farlo rispettare dalla polizia urbana che dovrebbe garantire un adeguato servizio anche nelle frazioni. In alternativa sarebbero stato sufficienti appositi dissuasori che non avrebbero danneggiato lo storico basolato.
Quanto all’abbattimento delle barriere architettoniche, il problema sarebbe stato facilmente risolvibile sfruttando l’accesso alla chiesa dall’adiacente cappella adeguandone l’ingresso con una pedana mobile. Perché dunque smontare l’antico basolato? Perché intervenire sullo storico sagrato senza le dovute autorizzazioni?
Potrebbe trattarsi dell’ennesimo scempio perpetrato dall’amministrazione sanseverinese ai danni del patrimonio storico e culturale del nostro territorio per negligenza, incompetenza o sciatteria. Certo, desta perplessità anche il fatto che i basoli siano stati accuratamente divelti e siano finiti nel cantiere della ditta che ha eseguito i lavori, come riscontrato dai Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale del Nucleo di Napoli intervenuti su richiesta del Gruppo 5 Stelle.
Redazione