Nelle città ucraine le sirene antiaereo continuano a risuonare e la paura cresce, mentre aumenta il numero di persone che fuggono dal paese. La Russia annuncia l'apertura di corridoi umanitari. Nella notte a Kiev, Chernihiv, Zhytomyr, Lebedyn e Sumy sono stati uditi allarmi antiaereo, a Kharkiv sono state avvertite esplosioni mentre nelle strade di Sumy sarebbero avvenuti combattimenti, secondo quanto riferisce Kyiv Independent. Sotto assedio anche la città di Mariupol. Il sindaco Vadym Boychenko, in un messaggio diffuso su Telegram, ha spiegato che la città "è sotto il fuoco del nemico" e ha evidenziato la necessità di creare un corridoio umanitario per portare cibo e medicine. Un appello che sembra aver ricevuto una prima risposta. Il ministero della difesa russo avrebbe dichiarato una tregua e l'apertura di corridoi umanitari per l'uscita dei civili da Mariupol e Volnovakha a partire dalle 10 di oggi, ora di Mosca, secondo quanto riportato da RIA Novosti e Interfax.

Tuttavia, dopo quanto accaduto alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, resta la preoccupazione per gli attacchi. "Le forze russe sono ora a 20 miglia, e in avvicinamento, dal secondo impianto nucleare più grande dell'Ucraina", ha affermato l'ambasciatrice degli Stati Uniti alle Nazioni Unite, Linda Thomas-Greenfield, intervenendo in una riunione del Consiglio di sicurezza Onu. "Questo pericolo imminente continua", ha aggiunto.

Nel frattempo la Nato ha deciso di non istituire una No-Fly Zone sull'Ucraina. Una scelta che non è piaciuta al presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che nelle ultime ore ha smentito anche alcune voci in merito alla sua posizione. Secondo il presidente della Duma russa, Vyacheslav Volodin, Zelensky avrebbe lasciato l'Ucraina. "Ora è in Polonia", aveva scritto ieri Volodin sul suo canale Telegram. Kiev, però, ha smentito e lo stesso Zelensky ha pubblicato un video su Instagram. "Sono al lavoro a Kiev", ha affermato. "Nessuno - ha aggiunto - è scappato da nessuna parte".