Benevento

Adesso che la sentenza è stata pronunciata, che il pensiero corre al piccolo Diego che non aveva alcuna colpa, e al futuro che non ha avuto, e che nessuna pena, né l'inevitabile e comprensibile riprovazione pubblica, potrà mai colmare quel terribile vuoto aperto dal gesto più innaturale che esista, come quello di una mamma che alza la propria mano non per abbracciare, ma per colpire il figlioletto messo al mondo solo quattro mesi prima; ecco, adesso che tutto si è compiuto, è possibile parlare di speranza, senza che suoni come una giustificazione che non esiste, per una donna rimasta vittima di una condizione di estrema fragilità psicologica?. All'improvviso le è scoppiata dentro, spargendo un dolore devastante che solo la debolezza umana e l'istinto di distruzione possono provare a spiegare.

Sarebbe importante, per evitare che vengano scritte altre sconvolgenti pagine di tristezza. Un dramma di simili proporzioni non può restare confinato solo nel recinto giudiziario e nel suo apparato sanzionatorio perchè, anche se è banale sottolinearlo, chiama in causa la collettività: da una parte i suoi sistemi di allerta, la loro capacità di intuire le pieghe più nascoste del disagio e di intervenire a tempo debito, e, dall'altra, l'idea di una prospettiva, da assicurare comunque anche a chi si è macchiato di un crimine orrendo.