Avrebbe tentato di imporre il pizzo ad un commerciante, sostenendo di agire in nome e per conto del clan Sparandeo. Una condotta che gli è costata l'aggravante del metodo camorristico e la custodia cautelare in carcere. L'ha disposta il Gip del Tribunale di Napoli, su richiesta della Dda, per Mirko Polese, 30 anni, di Benevento, già noto alle forze dell'ordine, arrestato dalla Squadra mobile, diretta dal vicequestore Flavio Tranquillo.
Il provvedimento restrittivo è l'epilogo di una indagine avviata nell'ottobre del 2021, dopo la denuncia presentata dal titolare di una parruccheria. Agli agenti aveva raccontato che la mattina del 9 ottobre Polese si sarebbe presentato presso il salone ed avrebbe chiesto di parlargli in privato, anticipandogli di essere il portatore di una "imbasciata" da parte di terze persone, e che sarebbe ripassato nel pomeriggio. Quando, affermano gli inquirenti, affermando essere lì per conto della famiglia Sparandeo, indicata come quella che 'comanda' sul territorio beneventano, gli avrebbe chiesto di pagare mensilmente il 'pizzo'. Aggiungendo che, se non l'avesse fatto, sarebbe stato vittima di azioni ritorsive. Da qui la competenza della Dda di Napoli.
Questa mattina l'esecuzione dell'ordinanza: Polese è stato condotto negli uffici della Questura, dove è stato raggiunto da suo difensore, l'avvocato Claudio Fusco, e poi trasferito in carcere.