Avellino

Si al listone unico, Pizza segretario. Il Nazareno chiude la partita congressuale del Partito Democratico irpino dopo una lunga giornata di trattative con le correnti. Marco Meloni, coordinatore della segreteria nazionale, e il commissario Bordo hanno incontrato tutte le componenti in gioco: il deputato sannita, Umberto Del Basso De Caro e il consigliere regionale Livio Petitto, il consigliere regionale Maurizio Petracca, Rosetta D’Amelio e i membri della direzione nazionale Toni Ricciardi, Roberta Santaniello e Franco Vittoria.

Domani sarà ufficializzata la candidatura dell’avvocato Nello Pizza a segretario con il sostegno di una lista unica di 60 membri per l’assemblea provinciale. Il grande lavoro è stato garantire nel listone una giusta quota di rappresentanza per tutte le aree, e sarà direttamente Meloni a stabilire le proporzioni per garantire tutte le anime del partito. Per la componente De Caro – Petitto l’accordo era non scendere al di sotto del 45% con la presidenza del partito affidata al giovane Gerardo Capodilupo, mentre al fronte regionale sarebbe andato il segretario e il restante 55%. Ma a questo punto lo schema potrebbe subire qualche variazione. Resta comunque il dato fermo, da cui non si torna indietro, che è quello della lista bloccata che di fatto congela la possibilità di esprimere un voto di preferenza per gli organismi del partito provinciale, un prezzo che si paga in nome dell’unità, la soluzione per uscire definitivamente dall’impasse e andare al voto il 27 marzo per dare una svolta a una vicenda che si trascina da sei anni. Dunque si tratterà solo di ratificare un risultato già raggiunto a tavolino, rinviando la questione della rappresentanza interna – sollevata con forza da Area Dem – a dopo il congresso, quando si dovranno ridiscutere il riassetto degli enti di servizio.

Resta sullo sfondo il caso Avellino: il sindaco Festa e i suoi 17 consiglieri sono ufficialmente fuori, l’anagrafe degli iscritti è stata confermata con l’epurazione dei “traditori” che hanno votato contro il Pd. Per il momento Festa non ha ancora presentato ricorso agli organi di garanzia, ma non è escluso che lo faccia qualcuno dei consiglieri a lui più vicini.