Il caso Lapadula si è chiuso definitivamente. Nel corso di Ottogol, il presidente Vigorito ha spiegato la situazione e annunciato che il calciatore quest'oggi si è allenato con i compagni di squadra:
"Lapadula non è mai uscito dal Benevento. Poteva considerarsi tale se Vigorito avesse accettato le offerte degli ultimi giorni di mercato. Sono arrivate delle proposte considerate inadeguate. Nel momento in cui cedi un attaccante bisogna avere una sostituzione. Personalmente devo analizzare la conseguenza migliore per la società. A quelle condizioni avremmo avuto un danno economico, di cartellino, sportivo e anche d’immagine. Sono cose che non hanno un prezzo. L’attuale normativa che lega il rapporto di lavoro tra calciatore e presidente trova la società in svantaggio. Dopo il caso Bosman le parti si sono invertite. Non è giusto che un presidente debba ascoltare le richieste dei calciatori senza che possa decidere nulla. Lapadula era deferito, oggi c’era l’udienza. La settimana scorsa mi ha chiamato e abbiamo parlato, successivamente anche con Caserta e Foggia. Poi ho voluto parlare anche con la squadra perché non amo prendere le decisioni se non conosco il parere di tutti. Mi ha fatto una proposta di rientro con un pentimento rispetto all’atteggiamento tenuto. Quando ha espresso la volontà di andare via non ero neanche in Italia. Di sicuro ha avuto degli atteggiamenti sbagliati. Adesso mi ha detto che voleva tornare nel Benevento. Se non avessi aderito, non ci saremmo liberati di Lapadula. Avrebbe dovuto allenarsi con la squadra ugualmente. Il caso Lapadula non c’è più. Sta in ritiro con la squadra da mercoledì. È rimasto a recuperare la condizione fisica, stamattina si è allenato con la squadra. Non è mancata una multa abbastanza pesante. Si è messo a disposizione del gruppo e il gruppo deve mettersi a sua disposizione. Tutti quelli che hanno a cuore il Benevento Calcio devono capire che questa è la strada. Gestisco un bene comune che economicamente dipende da me, ma emotivamente dipende da tutti gli altri".
"Deve ricoprirsi di umiltà nei confronti di una società e di un ambiente che l'ha elevato a idolo. Non l'ho tenuto per un fatto economico, ma perché penso che insieme agli altri possa coronare un sogno che non diciamo. Non prometto la serie A, ma impegno, sudore, sacrificio economico e rispetto per la città".