"Ho pensato di non farcela, le fiamme erano alte, il rumore, la paura, le persone che correvano, altre che si sono sentite male. Un inferno."
Era insieme a suo padre e ad un operaio, Filippo Calò, tecnico tappezziere di Grottaminarda, tutti e tre scampati alla morte, insieme ad un atro irpino, un autotrasportatore di Casalbore, nell'incendio del traghetto Euroferry Olympia, la nave andato a fuoco nella notte tra giovedì e venerdì a largo di Corfù, tra l'Italia e la Grecia.
Filippo è ancora scosso dopo l'accaduto e si sente oggi un miracolato: “Eravamo tutti seduti a terra, nel buio e in preda alla paura. Una notte che non potremo dimenticare facilmente. Ma qualcuno dall'altro e ne sono convinto, ci ha salvato. Ero talmente disorientato che non ricordavo neppure l'ave Maria. Ma Dio ci aiutato. La prima telefonata è stata a mia moglie Pasqualina, l'ho tranquillizzata anche se a distanza non è stata cosa facile farle capire che stavamo bene.
Una trasferta per motivi di lavoro per il gruppo Calò che ha la sua sede a Grottaminarda in via Ciavolone. “Ci occupiamo di tappezzeria delle navi e domani saremo già pronti per ripartire. La paura ci può essere ma è il nostro lavoro e non possiamo fermarci. Un incidente può capitare, abbiamo avuto la fortuna di salvarci e speriamo di non rivedere più una scena simile. Non lavoriamo solo per la Grimaldi, ma anche per altre compagnie. Certo ora la notte a bordo della nave sarà più brutta, non è facile ma siamo uomini e dobbiamo essere forti."
Un ringraziamento particolare Filippo intende rivolgerlo ai soccorritori: "Sono stati straordinari, non capita tutti i giorni un salvataggio del genere. E’ stata una lotta contro il tempo. La Guardia di Finanza, si è trovata sul posto giusto al momento giusto e non è stato un caso se qualcuno li abbia guidati dall'altro. Poi dopo il salvataggio, il commissario di bordo ci ha raggruppato tutti dicendoci, la mia nave è la vostra nave. Non ci hanno fatto mancare nulla. Veramente c’è stata la massima attenzione da parte della Grimaldi lines."
Ma c’è una scena che Filippo non potrà mai dimenticare: “La paura di un bambino, orfano del suo papà. Sua madre non riusciva a mettere il salvagente al piccolo, lui piangeva ed era impaurito. Mi sono avvicinato per aiutare questa donna e tranquillizzare entrambi. E questo momento davvero mi ha riempito il cuore. Abbiamo cercato di nascondere la nostra paura ai bambini.”