In tarda mattinata l’udienza dinanzi al gup del Tribunale di Avellino Fabrizio Ciccone per Ciro Casanova, pluripregiudicato e gravemente indiziato per i reati di tentato omicidio plurimo, detenzione e porto illegale di arma da sparo con munizionamento dall’alta micidialità, non vendibile secondo gli ordinari canali commerciali.
Difeso dall’avvocato Gaetano Aufiero, l’uomo, che ha deciso di definire con rito abbreviato, è stato condannato a 8 anni e sei mesi di reclusione a seguito di una richiesta di 10 anni da parte del pm Vincenzo Russo.
I fatti risalgono alla notte tra il 6 e il 7 luglio. L’Italia aveva appena battuto ai rigori la Spagna, assicurandosi la partecipazione alla semifinale dei campionati europei di calcio. Molta gente si era riversata per le strade di Avellino, il corso principale era pieno di persone intente a partecipare ai festeggiamenti. Ad un tratto, i colpi di pistola. A terra tre persone: Gianluca Ferrara, 45 anni, il figlio Ettore, 26 anni, e l’amico Ivan Santamaria, 28 anni, quest'ultimo protagonista due anni fa di un’aggressione all'assessore comunale di Avellino, Giuseppe Giacobbe.
Ciro Casanova, 55enne, in compagnia del figlio Vittorio, allora ancora minorenne, si era armato di una pistola calibro 7.65 e aveva fatto fuoco tra la folla in festa in Viale Italia, in pieno centro.
Secondo una ricostruzione dei carabinieri, i tre erano stati avvicinati da Casanova che, sceso da una Fiat 600, aveva esploso contro di loro sei colpi di arma da fuoco che, non avendoli colpiti mortalmente, avevano fatto sì che si potessero poi riparare nell’atrio di un portone per sottrarsi all’agguato e attendere i soccorsi, approfittando del panico generato nella folla presente dal rumore degli spari.
I motivi alla base dell’aggressione potrebbero essere legati a una vendetta del padre, intenzionato a salvare l’onore del figlio che avrebbe avuto la peggio in una rissa avvenuta proprio contro le vittime della sparatoria.
Fondamentali sono state le intercettazioni ricavate dai microfoni ambientali del Pronto Soccorso dell’ospedale Moscati, in cui sono state accompagnate le tre vittime, che hanno permesso di poter identificare i colpevoli. In quell’occasione, infatti, Ettore Ferrara racconta al Santamaria di aver appreso dal padre Gianluca che l’aggressore si era avvicinato in auto puntandogli la pistola al viso e che proprio al momento di fare fuoco questa si sarebbe inceppata. A quel punto l’uomo sarebbe sceso dall’auto e avrebbe deciso di colpirlo alla gamba.
Ciro Casanova è attualmente destinatario di misura cautelare in regime di arresti domiciliari, dopo essere stato detenuto presso la casa circondariale di Bellizzi irpino.
Si attende, invece, per il destino del giovane, ritenuto dalla Procura parte attiva nell’agguato, essendo arrivato in macchina insieme al padre quella sera, e consapevole che quest’ultimo avesse portato con sé la pistola. Non solo, fu proprio Vittorio a chiedere l’intervento del genitore per il pestaggio subito dal figlio di Gianluca Ferrara. Proprio per questo secondo i magistrati, anche il ragazzo dovrà rispondere di concorso in tentato omicidio. Per il momento, anch’egli resta in custodia cautelare in regime di detenzione domiciliare.