Salerno

Salernitana e Udinese prima della trasferta di Napoli. Empoli, Cagliari e Bologna subito dopo: guardando il calendario del Milan dopo il derby (vinto) e dopo il match con la Samp, impossibile non constatare che mai come adesso i rossoneri sono chiamati a spingere sull'acceleratore, cercando di mettere in cascina il maggior numero di punti possibili per tenere il passo scudetto e, di conseguenza, quello che porta dritto alla prossima Champions League. Ma il calcio è strano, e proprio le gare sulla carta più scontate rischiano di essere quelle in cui si paga dazio. Lo era quella contro la Sampdoria di domenica scorsa, vinta grazie all'invenzione di Maignan e al gioco di prestigio di Leao, lo è quella di Salerno, contro una squadra rivoluzionata dal mercato di gennaio e con un nuovo allenatore in panchina, e tanto basta per dover tenere molto alta l'asticella dell'attenzione: «Ci sono più incognite del solito - ha spiegato Pioli in conferenza -. Abbiamo lavorato sulle nostre situazioni, perché non possiamo sapere come Nicola schiererà la Salernitana. Vengono da due risultati positivi: sarà una sfida da affrontare con grande concentrazione».

«Se è il momento di allungare in classifica? Mancano 13 partite e tutti sanno che ogni partita in questo periodo ha un peso specifico importante. Se stiamo dentro nel match con mentalità e sofferenza nei momenti difficili, abbiamo le carte in regola per vincere. La squadra deve sapere che deve affrontare le partite con fiducia e determinazione secondo i nostri principi di gioco».

La classifica per ora la guarda di sfuggita («Ma non è veritiera perché Inter e Atalanta devono recuperare una partita»), allo scudetto non ci pensa («Mancano 13 partite e tanti punti. Noi manteniamo concentrazione e attenzione per dare il massimo in ogni gara per fare più punti possibile»), meglio guardare al presente e tastare il polso di uno spogliatoio, in cui c'è entusiasmo e voglia di giocarsela sino in fondo: «Nei miei giocatori vedo positività, fiducia e convinzione in quello che dobbiamo fare - ha spiegato Pioli -. Sappiamo che da qui alla fine dovremo spingere al massimo. Siamo concentrati per dare continuità alle nostre prestazioni, le pressioni ci sono ed è un privilegio averle perché siamo cresciuti di livello e la squadra è pronta a reggerle».

Il mantra resta sempre lo stesso («L'obiettivo è migliorare il punteggio della classifica dello scorso anno»), ma lo stesso Pioli sa bene che fare più punti vorrebbe dire avvicinarsi al traguardo grosso, quello che nessuno ancora nomina ma che resta nel sottofondo di un gruppo che senza coppe sa di avere una carta in più da giocarsi. Per vincere in Italia e tornare ad ascoltare la musica della Champions, da dove il Milan è uscito troppo presto ma dove vuole tornare a recitare in pianta stabile: «Se siamo tra le migliori 16 d'Europa? No, perché non ci siamo qualificati e quindi non siamo in quella lista. Oggi siamo molto più forti di quando abbiamo iniziato il girone di Champions League, quello sì, e mi sarebbe piaciuto giocare ora certe partite. Stiamo crescendo e l'importante sarà giocare anche l'anno prossimo in Champions».

Se andrà avanti così i rossoneri saranno di certo fra le prime 4 alla fine della Serie A, per ora nel mirino c'è la Salernitana, trasferta scivolosa che Pioli affronta alla sua maniera: «Sono preoccupato, come prima di ogni partita. Cerco di motivare i giocatori per ogni gara, il resto viene di conseguenza».

(Italpress)