Enzo De Vito è di nuovo il direttore sportivo dell'Avellino. A distanza di poco meno quattro anni, e dopo 7 anni di carriera in biancoverde, tra il 2011 e il 2018, è l'inizio di una nuova era iniziata oggi con la firma sul contratto con cui si è legato ai lupi sino al 30 giugno 2023 e la conferenza stampa di presentazione: “Da parte mia c’è molta emozione, dopo 4 anni sono tornato in uno stadio che è pieno di ricordi per quello che abbiamo fatto in passato, su tutti la promozione in Serie B e la finale playoff per la Serie A sfiorata contro il Bologna. In questo momento, da un punto di vista personale, non è un buon momento per me e c’è un po’ di tensione per le precarie condizioni di salute di mia madre, ma sono felicissimo di essere qui, devo tutto all'Avellino”.
“Cercherò di sbagliare il meno possibile, si tratta di una squadra con un potenziale molto elevato, la più forte che ho mai avuto con calciatori come Di Gaudio e Maniero, che avrei sempre sognato di avere o giovani di assoluto talento come Dossena, per citarne due. In passato sono stati fatti errori, in cui credo di essere stato vittima, non carnefice. In quell’occasione abbiamo lottato fino alla fine, parlo della mancata iscrizione dell'Avellino in Serie B nell'estate del 2018”.
“Certamente collaborare con altri club importanti mi ha completato. La strada è lunga, ma sono molto fiducioso. Avellino è qualcosa di unico, il calore dei tifosi non si può spiegare e dobbiamo conquistarli per farli venire allo stadio. Come ogni partita ha una storia a sé, dobbiamo calarci in questa determinata realtà. È un campionato davvero difficile in cui vinci se hai fame e voglia. I giovani? Si può vincere con un giusto mix, che permetta alla società anche di battere cassa, senza dimenticare che Avellino è una piazza in cui non è facile, per un giovane, gestire la pressione. Ma un giovane che riesce a imporsi qui può giocare ovunque e arrivare fino in Champions League. Non per retorica, lo dicono i fatti”.