Sulle Fonderie Pisano è di nuovo battaglia mediatica, che si aggiunge a quella giudiziaria in corso da anni. La correlazione paventata dai periti nominati dal tribunale di Salerno su inquinamento e morti sospette ha rinfocolato la polemica. Per i comitati è "la conferma di quanto diciamo da anni. Ed anche la politica è complice, visto che non prende provvedimenti", le parole di Lorenzo Forte scandite ad OttoChannel 696.
Ma sulla vicenda si è sentita, forte, anche la voce della proprietà. "Le indagini dei periti nominati dal magistrato competente in merito all'indagine relativa ai decessi verificatesi in un'area specifica - Salerno/Valle dell'Irno - intorno allo stabilimento delle Fonderie, analizza comunque fatti verificatisi oltre 10 anni ed è basata su supposizioni errate che avremo modo di chiarire nella opportuna e competente sede processuale - si legge nella nota diramata dalle Fonderie -. Il dato ambientale del nostro stabilimento è comunque da anni registrato a mezzo di strumenti analitici approvati dal Ministero. I dati ella centralina Arpac adiacente lo stabilimento e le analisi eseguite costantemente, ripetutamente e da tempo, al nostro opificio dagli organi della magistratura e dalle autorità competenti, registrano da anni emissioni inferiori sia ai limiti autorizzati che agli stessi limiti previsti dal ministero della Sanità. Su ciò concorda anche la perizia in commento", la presa di posizione del management.
"Inoltre nello stesso procedimento penale, altri periti di primaria importanza, nominati dalla magistratura inquirente, avendo analizzato lo stile di vita dei soggetti deceduti, aveva escluso la correlazione delle malattie con la attività della fonderia ed era stata chiesta l’archiviazione del procedimento". Insomma, per l'azienda non si può non tenere conto di quelli che sono pronunciamenti precedenti.
Non solo. "Va infine sottolineato che nel sito produttivo di Fratte, dove da generazioni lavora la famiglia, non è mai risultato l'accertamento di un caso di malattia tumorale connesso all'attività produttiva e pare poco credibile che la nostra attività genera i maggiori danni a distanza dallo stesso e non nel suo perimetro. Anche l'accusa di emissioni di mercurio, trovato in notevoli tracce in alcuni soggetti esaminati, non trova alcun riscontro nelle innumerevoli analisi effettuate ai nostri camini e nelle nostre acque di scarico sia da Arpac che da laboratori certificati. Pari discorso e sugli altri metalli, il più delle volte del tutto estranei al nostro ciclo produttivo. Forse sarà una altra la causa da ricercare", la tesi dei proprietari dell'opificio di Via Dei Greci.
"Non sarà la prima (e, probabilmente, ultima) volta che approfondimenti e processi - con un vero contraddittorio tra le parti - finiranno per smentire affermazioni di periti forse troppo condizionate dal generale pregiudizio. Ma poiché non siamo abituati ad evocare i successi ottenuti, non lo faremo neppure questa volta. Proseguiremo però e naturalmente, nel portare avanti in tutte le sedi giudiziarie competenti questa posizione, appellandoci alla verità di quanto accaduto ed accade quotidianamente in un sito nel quale negli ultimi anni sono stati investiti vari milioni di euro per seguire lo evolversi delle direttive nazionali ed europee onde rendere lo stabilimento sempre pienamente conforme alla variazione sempre più performante delle norme". Insomma, i Pisano ricordano che quanto si trova oggi a Salerno è anche frutto degli investimenti attuati per rispettare le regole.
Ma, ha precisato l'azienda, "continuando comunque nel progetto di delocalizzazione in luogo prettamente industriale. Convinti - conclude la nota - che la società riuscirà a dimostrare in tribunale la sua estraneità ai fatti contestati, resta intanto un problema di fondo: continuiamo ad essere tacciati di fatti infamanti, malgrado l’assenza di pronunce in termini".